Impenitente

Nella frase "Guarda dove cammini se non vuoi inciampare, ma..." di Gaetano Toffali
Gaetano Toffali:
Il tuo secondo intervento chiarisce abbondantemente e senza equivoci il tuo pensiero.
Affrontare il tema qui è alquanto complesso perché complesso è il fenomeno "mafia". Mi piacerebbe però si riuscisse a parlare di questi temi con una mentalità nuova, diversa, senza i banali preconcetti che puntualmente affiorano allorquando si affronta il problema mafia. E questa nuova mentalità a cui mi riferisco dovrebbe, per prima cosa, prendere coscienza che la mafia, oggi, è una cosa totalmente diversa da quella di ieri. “U picciottu” con la coppola di traverso e la lupara sotto braccio, caro Gaetano, sono poco più che puro folclore.
Se proprio vuoi sapere come la penso, sappi che a mio modo di vedere, oggi esistono due mafie.
La prima è quella a cui pensi tu, quella che ha raccolto l’eredità “stilistica” della vecchia mafia: minacce, estorsioni, traffico di droga, qualche omicidio giusto per non perdere il vizio e ribadire un potere basato sulla forza, una barriera di omertà alimentata con la “paura” a protezione di ogni sorta di losco affare. Questa “mafia”, sebbene operi con modalità tipicamente mafiose, non è affatto mafia: è delinquenza comune, solo un po’ più evoluta ed organizzata. Della vecchia mafia non ha più il requisito fondante: il codice d’onore a cui rigorosamente il mafioso vecchio stampo “doveva” attenersi. Per quanto folle possa sembrare ciò che sto per dire, la mafia era una società fondata sulle regole, per altro rigide e ferree. Era questo che la rendeva potente, forte, indistruttibile. Oggi quelle “regole” non ci sono più e il “codice d’onore” fa bella mostra di se nel museo del folclore, assieme alla coppola e alla lupara. Questa mafia-non-mafia è pericolosa più di prima proprio perché senza regole, senza codici da rispettare.
E poi c’è la seconda mafia. Quella che della vecchia ha ereditato non tanto lo “stile” quanto la sostanziale “essenza”. Ovvero controllare e gestire. O, se preferisci, quella che manifesta il suo “potere” non tanto nella potenza di fuoco quanto nella capacità di “controllare”.
E questa nuova mafia, caro Gaetano, non ha neppure bisogno di nascondersi sotto l’ombrello dell’omertà perché fino a quando si penserà alla mafia come ad macchina da guerra, come candelotti di dinamite che mandano per aria automobili col loro carico umano, come traffico di droga su larga scala, come esecuzioni sommarie effettuate da killer a bordo di una moto; fino a quando, pensando alla mafia, ci si limiterà a guardare la mano, nessuno si fermerà a riflettere su quello che è lo spirito della mafia: il controllo.
Guarda dove cammini se non vuoi inciampare, ma ricorda che il cielo è in alto.
Anche la mafia.
14 anni e 5 mesi fa
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Nella frase "Spegni la luce e accendi il tuo sorriso." di Mariagrazia Spadaro
Io mi auguro che i nostri pronipoti conservino almeno il sorriso...
14 anni e 5 mesi fa
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Nella frase "Pulpito: Postazione ottimale dalla quale..." di Lucia Gaianigo
Marco: mi spiace per te ma non anticipi un bel nulla! Già in altro post avevo animato il firmamento con la fulgida luce di Scheggia e Bea a cui , in questa sede, mi permetto di aggiungere anche Elisabetta.
:-D
14 anni e 5 mesi fa
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Nella frase "Cerco disperatamente l'altra metà del Cerchio..." di Flavia Ricucci
E con la quadratura del cerchio, come la mettiamo?
Hai idea di quanti matematici ci hanno provato senza successo?
Ma soprattutto: hai idea per quale caspita di motivo si dovrebbe far quadrare un cerchio? E Renato Zero? Ne vogliamo parlare? Lui manco il Triangolo aveva considerato!
14 anni e 5 mesi fa
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