Giulio Pintus

Nella frase "Il dolore nasce nell'ignoranza dell..." di Giulio Pintus
In riferimento all' ultimo  commento visibile di Daline 98, vi sono due questioni che sono dissimili, benché trattino dello stesso oggetto: una si riferisce alle radici che il dolore ha ( la frase da me postata) , l' altra tratta dei frutti del dolore ( faccenda che non ha alcun legame con l' aforisma di cui sopra e, di cui, dunque, non intendo trattare, perlomeno ora); questa distinzione è fondamentale affinchè  possa cercare di spiegarmi meglio.
Trovo invece attinente ed utile ciò scrivi come prima asserzione : "tutti posseggono qualcosa, quindi tutti potrebbero perderla", infatti è esattamente ciò che io stesso ho scritto sulla frase postata; certo, non tutti pensano a ciò che possiedono nel medesimo modo: Vi sono persone che si accapigliano per le cose, altre no. Vi sono persone che possiedono ( ma è solo un esempio) un' automobile e sono consapevoli che quello è un mezzo di trasporto e lo utilizzano, appunto, per ciò che è (consapevoli che un giorno quell' auto smetterà di funzionare, o se non pagata, verrà pignorata, in entrambi i casi ( ma anche in qualsiasi altro caso possibile) l' universo se la riprenderà; altri che, invece, considerano la loro macchina un fine. Anche lo stesso linguaggio che è uno strumento per comunicare le proprie idee, è utilizzato da taluni come fine, obbiettivo, bersaglio, forse fraintendendo Confucio : "Che vanità, voler penetrare il bersaglio quando tiri con l' arco. Ci sarà sempre uno più forte di te. L' unica cosa che conta è la correttezza del gesto".

Tutti noi, possediamo qualcosa, certo, ed è certo che un giorno la perderemo, alcuni valutano questo qualcosa, qualsiasi cosa sia, indispensabile e fondamentale per la realizzazione di se stessi, altri, invece, no; cercano, di elevare il loro punto di osservazione, così da non essere succubi delle cose, pur possedendole.
11 anni e 2 mesi fa
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