Giuseppina

Nella frase "Oggi è un giorno speciale. È il tuo compleanno..." di Silvana Stremiz
Ovunque sia con chiunque sia, mi auguro ti porti nel cuore come tu porti lui. E' una bellissima dedica
14 anni fa
Nella news Presentazione libro "Basta!"
Ho letto con molta attenzione il libro di Silvana Stremiz, l’ho centellinato, ne ho sentito i brividi, li ho sfiorati e “immaginati”, fino a sentirmi avvolgere interamente da quel grido che ha squarciato non solo il silenzio dell’anima della protagonista, Anna, ma anche la mia. Credo che l’autrice abbia avuto un grande coraggio ed una grande sensibilità a calarsi nei panni di una ragazzina di tredici anni, brutalmente violentata dallo zio e a raccontarla con la speranza che certe storie non succedano più. Purtroppo non è così e spesso il mostro, che si crede fuori dal nostro habitat, si nasconde invece proprio fra le mura domestiche, è storia recentissima l’orribile tragedia avvenuta in Puglia: ragazzina di 15 anni barbaramente massacrata dallo zio, non voglio addentrarmi nei particolari, però faccio una grande fatica a considerare questa persona un uomo, non ci riesco, per me è semplicemente una “bestia malata” e lo dico con profondo dolore. Chi compie un gesto simile, chi abusa dei bambini, chi li vuole “amare e possedere ” sono esseri fuori da ogni realtà, sono persone che hanno della vita e dell’amore un’idea distorta, ossessiva-compulsiva e sono mine vaganti, molto pericolose nella nostra società.  Ritornando alla nostra autrice, e al suo sofferto grido di dolore, voglio metterne in risalto la drammaticità, l’autentica denuncia morale e civile. Silvana si schiera apertamente dalla parte dei più deboli, non ha paura di dire come la pensa, non ha timore ad esternare rabbia e odio verso chi compie un atto così vigliacco e “sporco”. Non riesce a sentire pietà o perdono per i biechi orchi e sinceramente credo che il perdono sia una questione molto delicata e personale. Ognuno in cuor suo può comprendere e sentire…non mi pronuncio in merito. A parole forse è semplice farlo, ma perdonare chi ha rubato il sogno dell’infanzia, chi ha profanato il tempio dell’anima e del corpo innocente è una questione troppo delicata. Onestamente, nei panni di Anna, non so se avrei perdonato. Le cicatrici resteranno indelebili, la vita è già partita, purtroppo, in salita e servirà una grande forza per metabolizzare il calice amaro e continuare a vivere, a cercare di realizzare quel sogno d’amore a lungo carezzato nel cuore di fanciulla. Colpisce la frase di Anna come un macigno e non si può che rimanerne schiacciati, con una grande pena dentro:
“Era come se mi avessero rubato le favole, tagliato la testa al Principe Azzurro, spaccato le gambe al cavallo bianco e, improvvisamente, perfino Biancaneve restava addormentata e Cenerentola rimaneva una serva.”

Il libro non si ferma qui, la denuncia continua il suo percorso, l’urlo di fa pensiero sincero, sensibile e umano, toccando un altro tema importante e molto attuale ai giorni nostri: l’eutanasia. Intensa e umanissima la lettera che Silvana scrive a Beppe Englaro, il padre della sfortunata Eluana, credo che tutti quanti conoscano purtroppo la sua triste storia. E l’autrice ci espone con estrema pacatezza il suo parere, condanna la strumentalizzazione, e rivendica il diritto alla libertà per ognuno, aprendo una porta verso la frontiera del testamento biologico che a mio parere oggi è una realtà da affrontare con estrema onestà e senza alcuna ipocrisia. Ci sarebbe molto altro da dire su questo tema, mi fermo qui, concludo con le parole di Silvana:
“ Se abbiamo la libertà di poter disporre liberamente della nostra vita, dovremmo avere la medesima libertà di poter disporre anche della nostra morte.”
E ancora alcuni versi, rivolti a Eluana, che mi hanno colpito:
“Sul tuo corpo sono passati gli anni, scrivendo capitoli di dolore. Ora finalmente libera di volare via…da ogni polemica e dolore.
Questo libro è un forte e profondo concentrato di vita, ci sono racconti veri, poesie profonde ed emozionanti, sfoghi aperti che l’autrice rivolge alla madre, ai propri figli, pensieri semplici e consigli, grondanti d’amore e di una grande forza, la forza che solo un cuore consapevole e aperto riesce a donare. Mi ha emozionato la lettera che rivolge a suo figlio e che affronta il problema della fede e di Dio, ne riporto alcune frasi:
“Oggi m’interrogo, lo cerco, spesso senza trovarlo…altre volte lo vedo nei tuoi occhi e in quello dei tuoi fratelli.”  E ancora:
“In fondo al cuore e alla tua anima, se vorrai, troverai scritto: amore, tolleranza, rispetto, fratellanza, compassione, pazienza e molto altro. Questi sono i Comandamenti del cuore, figlio mio, quelli che ogni essere umano dovrebbe rispettare. A te, figlio mio. Il buonsenso e l’uso della ragione. Ma non usare mai la fede o Dio come qualcosa di comodo da tirare fuori all’occorrenza. Se puoi, credici col cuore, ma mai per pura comodità. La mamma.”

Ringrazio con affetto Silvana per avermi dato l’occasione di entrare nel suo cuore, la ringrazio per la stima e la fiducia, e consiglio voi, cari amici di leggere questo libro, ne sarete toccati dentro e ne uscirete umanamente più ricchi.

lo ha scritto  Roberta bagnoli
14 anni e 1 mese fa