Quando muore qualcuno a noi così caro, quando gli stringiamo la mano e si spegne guardandoci negli occhi oppure dopo tanto dolore e tormento (magari incosciente da ore come mio padre), ci poniamo domande. Domande senza risposte. Mio padre è morto nel 2001 e non c’é momento in cui non mi ponga domande su cosa avrei potuto fare e cosa abbia provato nel momento in cui se n’é andato. Non ho ancora trovato una risposta ma il tormento più grande è non sapere qual è stato il momento in cui lui è morto “davvero” . Non so se credo ancora in Dio ma so che quando ho bisogno di qualcosa vado sulla tomba di mio padre a parlare. E so che lui mi ascolta da quella terra di nessuno.
Quando ho scritto questa poesia ho pensato agli ultimi mesi della sua malattia, alla tristezza che vedevo nei suoi occhi per una vita spesa male. Ma una vita piena d’amore nei nostri confronti. Un amore spesso celato dietro gesti incomprensibili che forse neppure lui sì è perdonato. Ma so di certo che ci amava, spero solo che lui abbia capito quanto anche noi lo amavamo.
Ho scritto così tanto per lui, dalla poesia “A mio Padre” a questa qui. … sperando in cuor mio che le parole gli arrivassero laddove giace in quel luogo senza ritorno. Ogni volta che la leggo, per quanto stupido possa sembrare, e che trovo un commento, mi scende una lacrima di nostalgia colma d’ amore. E sento il peso di tanti “perché” senza riposta.
Un Abbraccio a te Francesco e grazie per le tue parole.
A te Giorgio rispondo solo con un abbraccio….
13 anni e 9 mesi fa
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Io non amo le parolcce ma sono convinta che si offenda a volte più con le "non parolacce non me li vedari mai scrivere. Credo che tutti dico tutti siano andati olltre tu compresa. Ognuno sceglie con chi ballare e tu hai scelto questa" piazza".Una piazza pubblica molto affollata ....
E' una guerra senza vincitori Sabrina credimi ... vale per tutti.
13 anni e 9 mesi fa
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Quando ho scritto questa poesia ho pensato agli ultimi mesi della sua malattia, alla tristezza che vedevo nei suoi occhi per una vita spesa male. Ma una vita piena d’amore nei nostri confronti. Un amore spesso celato dietro gesti incomprensibili che forse neppure lui sì è perdonato. Ma so di certo che ci amava, spero solo che lui abbia capito quanto anche noi lo amavamo.
Ho scritto così tanto per lui, dalla poesia “A mio Padre” a questa qui. … sperando in cuor mio che le parole gli arrivassero laddove giace in quel luogo senza ritorno. Ogni volta che la leggo, per quanto stupido possa sembrare, e che trovo un commento, mi scende una lacrima di nostalgia colma d’ amore. E sento il peso di tanti “perché” senza riposta.
Un Abbraccio a te Francesco e grazie per le tue parole.
A te Giorgio rispondo solo con un abbraccio….
E' una guerra senza vincitori Sabrina credimi ... vale per tutti.