Scritta da: Donatella
Gentilissima Signorina,
vede tra me e lei esiste una fondamentale differenza, a lei servono dei punti mentre a me non occorre nulla di così fatuo. E comunque io educatamente mi sono presentata, lei no.
Probabilmente chi ha da perdere qualcosa o da nascondere non sono io. Se così non fosse, la prossima volta inviti anche me a prendere una birra insieme a mio marito ne sarò felice.
Anonimo
Composta venerdì 27 agosto 2010
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    Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l'arte del disapprendere,
    dello sperpero dell'arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezione
    di un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,
    che considera l'individuo non come facente parte di un sociale
    catalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa vogliano
    dire quei testi. Il fatto è che nell'istante in cui Carmelo Bene
    pronuncia una parola, in quell'istante, tu sai cosa vuol dire,
    un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testo
    è una cosa che percepisci, si, ma nella forma aerea
    di una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parole
    non sono più parole, ma voce. E suono che accade
    diventa ciò che accade, e dunque tutto... e il resto non è più niente.
    Anonimo
    Composta domenica 22 agosto 2010
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