Scritta da: Giuseppe Nazareno Caruso
Dicono che un uomo non conosca mai se stesso fino in fondo; finché non viene privato della libertà.
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Dicono che un uomo non conosca mai se stesso fino in fondo; finché non viene privato della libertà.
Gli ho detto di non tornare, ma sono qui che l'aspetto.
Tutti noi proviamo dolore. Il dolore fisico e il dolore dell'anima talvolta ci sommergono come onde impetuose che nella risacca trascinano ogni cosa dietro a sé, e sono giorni nei quali senti di non farcela, giorni nei quali vorresti farla finita; sono i giorni del dolore cronico, quello che ti accompagna e che non ti lascia, un'amante fedele ma poco desiderato.
Avere coraggio non significa non avere paura, ma non permettere alla paura di fare scelte al posto nostro;
il coraggio è una libera scelta.
Se non avessimo paura, non ci servirebbe il coraggio.
I giovani come me dicono "Siamo giovani e ci dobbiamo godere la vita". Io dico "Io sono giovane e non me la voglio godere la vita ma ne voglio essere artefice".
Sento troppo spesso dire: "era meglio pirma", ma il mondo va in avanti mai indietro; sta a noi far sì che questo progredire sia un reale miglioramento.
Ormai sono molto lontana da dove mi credono tutti, almeno nei pensieri; forse prima o poi riuscirò a esserlo anche nelle realtà.
La mia vita è solo mia, sebbene molta gente creda di poter vantare dei diritti su di lei. Posso capire che la vostra di vite non vi piaccia o non vi basti ma almeno non dite che lo fate "per il mio bene"
Mi sono tante volte chiesta come dare "dignità" ai dementi, forse trattandoli come essere adulti e non come bimbi, forse riconoscendo una autodeterminazione sulle proprie scelte fino alla fine, forse salvaguardando la loro privacy... forse... una volta durante una trasmissione televisiva ho sentito "il segno della dignità di ognuno di noi dipende anche dallo sguardo dell'altro" ed ho capito che dovevo guardare i dementi con occhi nuovi. Quel giorno ho "sentito" il loro dolore e tutti i loro dolori.