Scritta da: Antonio Recanatini
Dovremmo inventarci un altro Dio per la povertà e la miseria, non per far torto alle divinità esistenti, solo perché esse sono tutte impegnate a favorire unicamente i ricchi.
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Dovremmo inventarci un altro Dio per la povertà e la miseria, non per far torto alle divinità esistenti, solo perché esse sono tutte impegnate a favorire unicamente i ricchi.
Personalmente non ho paura dell'ingratitudine umana, temo più la rivalsa degli ingrati, perché, spesso, appena liberati dal malessere, guardano il riconoscimento come debito e chi ha patito non accetta d'esser debitore.
Il cinismo non è una difesa, nemmeno una diga capace di arginare le proprie debolezze, è l'arma convenzionale con cui offendiamo, siamo tolleranti verso questo virus perché, come esseri umani, abbiamo una scorta di munizioni inesauribile.
La gabbia non è un compromesso per chi ha scelto di volare.
Preferisco che la mia poesia venga sepolta in periferia, che vederla come osceno compromesso, tra miseria e perbenismo. Preferisco che mi ascolti un solo orecchio stanco, che centomila orecchie avide pronte ad usurparne passione, preferisco l'ardore del rivoltoso, che la scienza occulta del potere. La periferia è l'intera poesia, l'aristocrazia e il privilegio solo la maschera.
Se potessi dare nome alle tue lacrime le chiamerei donna, se potessi dare un nome al tuo passo felpato e il tuo ancheggiare spedito, di fronte al mio guardo, ti chiamerei allo stesso modo: donna.
Ci sono momenti in cui viene spontaneo augurarsi che l'amore possa prevalere su tutto, ci sono momenti in cui è facile dimenticare la melma che pervade i nostri bisogni, forse proprio su queste illusioni, si pone il sorriso adatto ad abbracciare la vita e allontanarsi dalla perdizione.
Passai almeno un'ora a scrutare le acque, a folleggiare con i miei pensieri, a darmi tutta la positività del mondo per l'indomani, per il giorno dopo, quasi la sindrome del giorno dopo. I soliti discorsi. Domani farò questo, domani inizierò, domani vado, domani compro, domani ci sarò, domani andrò, ma l'indomani rimaneva oggi, non esisteva domani.
Un popolo disperato non accetta il confronto, non scende in piazza a cantare, non discute per migliorare, un popolo disperato ha bisogno di rivoluzione.
Nel paese degli stolti, solitamente, i falsi fanno fortuna.