Cuore e cervello comunicano di continuo attraverso ritmi di frequenze, il cervello che comprende il linguaggio degli uomini, presta ascolto al cuore, che parla il linguaggio di Dio.
Sottoponiamo il nostro cuore ad un costante processo di stratificazione, tendiamo a sovrapporre nuove immagini di noi stessi, ad ogni nostra piccola evoluzione quotidiana. Una forma di ribellione causata dal nostro istinto irrazionale: delusioni, paure o desiderio di emergere, di crearsi una buona reputazione nella società in cui viviamo o di crearne una ribelle. I nostri strati sottostanti non spariscono, restano con noi, diventano sempre più disordinati e talvolta li andiamo a recuperare, così come recuperiamo i nostri disordini passati, come quando cerchiamo una vecchia foto, in uno dei nostri cassetti, e vinciamo quando incontriamo chi li ama tutti.
Un amore idealizzato, si traveste di luce di fronte al cuore, per poter essere ricevuto con ogni onore, e lentamente lo consuma. La sostanza di un amore reale lo rinvigorisce. L'amor profano è costruito dai sisma che demoliscono i castelli di carta, è il risultato conseguito dalle contaminazioni del vero amore: il sacro simbolo dell'eterna ed apparente serenità.
Ricordo d'amare. Il ricordo di un'amore, rimembra amore, e le amarezze che deturpano le più delicate rimembranze, sono come parassiti che deturpano i fiori più belli.
Il silenzio comunica, impone il ragionamento. Il silenzio si svuota, si riempie, agita e calma, e non è mai fine a se stesso, il silenzio smuove la coscienze, è una preghiera. Il silenzio è rivoluzione autoctona.