Scrivo qualcosa su di te, ma ad un tratto la mia penna cade sul foglio, mi accorgo che la mia mano mi sfiora le labbra con le dita, chiudo gli occhi, sento i tuoi baci, si blocca il respiro, sento il tuo calore, le mie palpebre si schiudono cercando il tuo viso, ma, non ci sei, tu non ci sei, con me ci sono solo questo foglio e questa penna...
L'ombra del passato, mi assale di notte, quando i pensieri vanno come le foglie al vento, quando non ho difesa alcuna... L'ombra del passato è una foto dai colori sbiaditi, che lentamente prende vita, è un abbraccio improvviso, è una lacrima nostalgica, è un cuore che batte un po' più forte, è un perché? Perché proprio adesso? È una confusione, che non termina col suono della sveglia al mattino...
In questa notte non c'è nulla che abbia importanza, ogni problema, ogni pensiero è lasciato fuori da questa stanza, dove si riscoprono i sapori racchiusi nei nostri baci, quante sensazioni e quante emozioni, tra movimenti lenti si riscoprono i battiti racchiusi nelle nostre anime, quanti colori e quanti odori tra sospiri lenti, in questa notte dove non c'è nulla che abbia importanza, si riscopre il senso della nostra essenza...
E passano i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, e tu sei sempre qui, ma io? Io dove sono finita? Persa in uno di quei secondi che mandano il cuore al vento, persa in uno di quei minuti dove tutto è perfetto così com'è, persa in una di quelle ore che sanno d'amore, persa in uno di quei giorni d'inverno dove la nebbia nasconde i tuoi occhi, persa in uno di quegli anni, fatto di tanti istanti in uno dei quali, credo di essermi persa...
Questo cielo grigio mette sempre un po' di malinconia, lo guardo rannicchiata in un angolo con la fronte schiacciata sul freddo vetro, adesso, come dalle nuvole, cadono lacrime dai miei occhi, piango, perché dopo il sole tornerà dal cielo, mentre tu da me non tornerai mai più...
Un giorno mi dicesti che il tuo vivere era solo per me, ma ho capito adesso, che questo è un fardello troppo pesante da portare sulle mie spalle... Il tuo mondo, la tua vita, sono cose che non possono dipendere da me... Ho capito adesso, che la risposta più giusta da darti è solo questa: «Vivi per te, ma fallo insieme a me»...
Questa sera c'è un forte vento, porta via con se un po'di polvere che prima giaceva sul mio cuore, un piccolo cuore si riscopre, è solcato da ferite profonde come valli, ciascuna con un nome e una data precisa... Ma c'è una di queste valli, forse la più profonda, sulla quale la polvere non si è mai posata, è sempre rimasta aperta, viva, è sempre rimasta qui al contrario di chi me la procurò, lo sai!? Le ho dato il tuo nome.
Come un ladro rubasti il mio cuore, di nascosto, quando ti chiesi di restituirmelo, mi dicesti che con te sarebbe stato al sicuro, protetto dalle insidie del mondo... adesso perché, perché me lo restituisci fatto a pezzi, come una rovina dopo chissà quale guerra...
Di notte seduta nel letto, seguo con le dita i lineamenti del tuo volto, un viaggio sulla tua pelle di nascosto mentre stai dormendo, in silenzio contemplo la tua dolcezza e sorrido, mi rannicchio accanto a te per non avere più freddo... Al mattino apro gli occhi e mi accorgo che adesso sei tu a sorridere mentre guardi me...
I segni di ciò che rimane di noi, sono come cicatrici, come marchi impressi a fuoco ne senti il dolore... Ma quando li tocchi ti basta chiudere gli occhi e sentire quell'attimo, rivedere quell'attimo, non sai cosa ti prende, ma senti un leggero brivido lungo la pelle, il respiro diviene più caldo e affannoso, e ad un tratto riesci a sentire il profumo, si, il profumo di quando non esiste più io e non esiste più tu, il profumo di quando c'è solo, noi...