Scritta da: Christabella del Mar
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
dal libro "La Solitudine" di
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Dimmi, qualche volta non ti vola via il cuore?
L'amore è molto simile ad una tortura o ad un'operazione chirurgica. Anche se i due amanti sono molto innamorati e colmi di reciproci desideri, uno dei due sarà sempre più calmo o meno invasato dell'altro. Quello, o quella, è l'operatore, ovvero il carnefice; l'altro, o l'altra, l'assoggettato, la vittima.
Dobbiamo partire? Rimanere?
Rimani se puoi; parti se occorre.
Dolore del mio dolore! La vita se la mangia il tempio e l'oscuro nemico che ci rode il cuore e si rafforza col sangue che perdiamo.
Scopriamo un fascino nelle cose ripugnanti, ogni giorno d'un passo, nel fetore delle tenebre, scendiamo verso l'inferno, senza orrore.
O promesse, o profumi, o baci senza fine, riemergerete mai dai vostri avari abissi, come dal mare giovani e stillanti, al confine celeste i soli tornano dopo la lunga eclissi? O promesse, o profumi, o baci senza fine!
Tu mi ridai l'azzurro dei grandi firmamenti!
Non sai? Più che alla Vita, alla Morte legati siamo invisibilmente.
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre "Andiamo", e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.