in Frasi & Aforismi (Poesia)
Che differenza c'è tra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po'.
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Che differenza c'è tra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po'.
Il vero casino della vita, pensò, era dover fare i conti con i problemi altrui.
Questa gente. Vanno dalla fica alla fossa senza che mai li sfiori, l'orrore della vita.
Le donne: mi piacevano i colori dei loro vestiti; il loro modo di camminare; l'espressione crudele di certe facce; qualche volta la bellezza quasi pura di altre, completamente e deliziosamente femminili. Ci fregavano sempre, le donne, pensavano a noi, si concentravano, studiavano, decidevano se prenderci, scartarci, cambiarci, ucciderci o semplicemente lasciarci. Alla fine non aveva molta importanza; qualunque cosa facessero, finivamo soli e picchiati nel cervello.
Solo con tutti la carne copre le ossa e ci mettono dentro una mente e qualche volta un'anima e le donne spaccano i vasi contro i muri e gli uomini bevono troppo e nessuno trova quello giusto ma continuano a cercare strisciando dentro e fuori dai letti. La carne copre le ossa e la carne cerca più che la carne. Non c'è nessuna possibilità: siamo tutti intrappolati in un destino singolare. Nessuno trova mai quello giusto. Gli immondezzai della città pieni, i robivecchi pieni, i manicomi pieni, gli ospedali pieni, i cimiteri pieni... nient'altro si riempie.
Al momento conosco un paio di uomini che sembrano davvero innamorati... sono uomini logorati dal loro triste destino, non riescono a tirarsi fuori da quella situazione.
La sopportazione e la pazienza possono risolvere o quanto meno attenuare molte sofferenze.
Non ci ho mai tenuto tanto al mangiare. Lo so che tanta gente va pazza per il cibo. A me invece il cibo mi annoia. Il liquido mi va giù bene, le cose solide mi s'impongono.
Le vostre critiche sono giustificate ma la vostra vita non lo è? No. Punto.
Tutto è noioso. Non c'è via d'uscita. Sai cosa si tatuavano prima i barboni sul braccio: "nato per morire". Sarà scontato fino alla nausea, ma è saggezza popolare.