La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?
Composta martedì 29 gennaio 2013
La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?
D'un tratto, cominciai a sentirmi depresso. Non farlo, non farlo, Balene, dissi a me stesso. Non c'era scampo. Eravamo tutti fregati. Non c'erano vincitori. C'erano solamente vincitori apparenti. Stavamo tutti dando la caccia a un mare di niente. Giorno dopo giorno. La sopravvivenza sembrava l'unica necessità. Il che non sembrava abbastanza. Non con la Signora Morte in attesa. Quando ci pensavo mi faceva impazzire. Non pensarci Belane, dissi a me stesso. Non c'era scampo.
Ricordati dei vecchi cani che hanno combattuto bene: Hemingway, Cèline, Dostoevskij, Hamsun. Se pensi che non siano diventati matti nelle loro stanzette proprio come sta succedendo a te adesso senza donne senza cibo senza speranza allora non sei pronto. Bevi altra birra. C'è tempo. E se non ce n'è va bene lo stesso.
Lui è fottuto, pensò Harry, e io sono fottuto. Siamo tutti fottuti, solo in modi diversi. Non c'è nessuna verità, non c'è nulla di reale, non c'è nulla.
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.
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E il fatto che avevo dei problemi ad essere un "essere umano."
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.
Se sopprimessero tutta l'umanità non si perderebbe niente. Non mi importerebbe se mi cadesse vicino. Io voglio soltanto continuare a fare le cose che ho sempre fatto: uscire di casa la mattina per comprare il giornale, pensare a un nuovo libro, grattarmi sotto le ascelle. Non mi interessano i grandi problemi.
Non arrivavo da nessuna parte, e neanche il resto del mondo, per quello. Stavamo tutti in giro in attesa di morire e nel frattempo facevamo alcune cosette per riempire lo spazio. Certuni non facevano neanche le cosette. Eravamo delle verdure.
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