Ci sono quei momenti in cui scoppi a piangere come un bambino, senza un preciso motivo. In macchina, in bagno, per strada. Tu e il tuo dolore, a sfidarvi con la rabbia negli occhi. Ed è massacrante. Perché il dolore è sempre un po più forte, e tu, sempre un po più debole.
Perché tanto è inutile arrabbiarsi e dirti che fa male. Allora preferisco stare zitta, e tenermi tutto il dolore dentro, piangere di nascosto e andare avanti, per la mia strada.
Si ripeteva ogni giorno, con le lacrime agli occhi, che non si sarebbe dovuta innamorare, che non si sarebbe più illusa. Mentiva a se stessa. Lei a smettere di amare, non ci riusciva proprio.
Ci ho provato a non amarlo, ma anche oggi mi ha fregato. Con i suoi occhi, col suo sorriso. Scelgo di odiarlo, poi lo vedo e mi frega, mi frega sempre.
E no, non è facile dimenticare chi anche solo per un minuto ti ha reso felice, soprattutto quando ti ha dato quello che non hai mai avuto, perché ti aggrappi a quei pochi e insignificanti gesti che hai sempre desiderato.
Come una bambina poggiavo il mento sulla tua spalla lasciandomi cullare dal profumo della tua pelle. Mi guardavi con aria serena e lasciavi che le mie labbra si poggiassero su di te. "Di cosa profumo?" Mi chiedesti. Ci ho pensato a lungo. Ora lo so. Profumavi di felicità.
Questa volta è l'ultima "ti ripeti. Poi incontri un paio di occhi che non ti lasciano scampo, vivi momenti inaspettati e mani che ti ridanno il respiro. Così continui ad amare, forte, come se stavolta fosse per sempre, come se non andrà via. Perdi la percezione del tempo, del dolore e sorridi, sorridi tanto. Poi, tutto finisce." Questa è l'ultima volta, giuro" e non lo è, non lo sarà mai.