Scritta da: Francesca Cristini
Non c'è niente di peggio di chi si aspetta qualcosa... E non trova niente.
dal libro "Ho voglia di te" di Federico Moccia
Non c'è niente di peggio di chi si aspetta qualcosa... E non trova niente.
È il dolore di sapere che quell'alta marea non mi abbandonerà mai.
Io vorrei... Ne prendo un altro. Non vorrei... me lo scolo tutto di un fiato. Ma se vuoi... Un altro bicchiere ancora. Come può uno scoglio arginare il mare? Non ho mai saputo rispondere a quella domanda. Torno da lei, ci sediamo sul divano. E guardandola trovo risposta. È impossibile. Il mare è infinito. Proprio come i suoi occhi. E il mio scoglio... Beh, il mio scoglio è troppo piccolo.
Continuiamo a ridere così. A parlare senza più sapere bene di cosa, né perché. Poi decidiamo di attaccare, promettendoci di sentirci domani. È un'inutile promessa. L'avremmo fatto comunque. Quando perdi tempo al telefono, quando i minuti scorrono senza che te ne accorgi, quando le parole non hanno senso, quando pensi che se qualcuno ti ascoltasse penserebbe che sei pazzo, quando nessuno dei due ha voglia di attaccare, quando dopo che lei ha attaccato controlli bene che l'abbia fatto veramente, allora sei fregato. O meglio sei innamorato. Che poi è un po' la stessa cosa.
Ho voglia di te.
Per tutto quello che ho immaginato, sognato, desiderato.
Ho voglia di te.
Per quello che so e ancora di più per quello che non so.
Ho voglia di te.
Per quel bacio che non ti ho ancora dato.
Ho voglia di te.
Per l'amore che non ho mai fatto.
Ho voglia di te anche se non ti ho mai assaggiato.
Ho voglia di te, di tutto te. Dei tuoi errori, dei tuoi successi, dei tuoi sbagli. Dei tuoi dolori. Delle tue semplici incertezze, dei pensieri che hai avuto e di quelli che spero hai dimenticato, dei pensieri che ancora non sai.
Ho voglia di te.
Ho così voglia di te che nulla mi basta.
Ho voglia di te e non so neanche perché...
Uffa. Ho voglia di te.
Babi è ancora insonnolita e distratta quando improvvisamente la vede. Non crede ai suoi occhi. In alto, più in alto di tutte, sulla bianca colonna del ponte, una scritta domina le altre, incancellabile. È lì sul freddo marmo, azzurra come i suoi occhi, bella come l'ha sempre desiderata... [...] è lì, in alto, irraggiungibile. Lì dove solo gli innamorati arrivano: "io e te... Tre metri sopra il cielo".
Più in alto, dietro il vetro. Gioia e dolore. Pallina guarda Babi sparire con lui, finalmente incoerente e sincera. Maddalena guarda Step sparire con lei, colpevole solo di non averla amata né di averglielo mai lasciato credere. E mentre i due, freschi d'amore, escono in strada, Maddalena si lascia cadere sul divano lì vicino. Disillusa, da sola, così come da sola si è illusa. Rimane con un bicchiere vuoto fra le mani e qualcosa di più difficile da riempire dentro. Lei, semplice concime di quella pianta che spesso fiorisce sopra la tomba di un amore appassito. Quella rara pianta il cui nome è felicità.
Comincia a raccogliere i libri che ha buttato per terra. Ne prende altri posandoli sul tavolo e quando si curva di nuovo la vede. È lì, chiara e secca, gialla, sbiadita come il tempo che è stato. Spezzata, sulla moquette scura, priva di vita da tanto tempo ormai. La piccola spiga che ha messo nel suo diario la prima volta che ha fatto sega con Step. Quella mattina nel vento che annuncia l'estate, quei baci che sanno di pelle profumata dal sole. Il suo primo amore. Si ricorda quando era convinta che non ce ne sarebbe mai potuto essere un altro. La raccoglie. La spiga si sbriciola fra le sue dita, come vecchi pensieri, come leggeri sogni e deboli promesse.
Si dice che quando muori vedi in un attimo passarti davanti i momenti più significativi della tua vita... Allora Step cerca di allontanare tutti quei ricordi, quei pensieri, quella dolce sofferenza. Ma all'improvviso capisce. È tutto inutile. È finita.
Step sente un brivido caldo per tutto il corpo, trema leggermente. Poi scende dalla moto e si mette a passeggiare. Qualcosa di un negozio gli piace. Entra a comprarla. Quando esce, si sente morire. Una Thema passa veloce davanti a lui. Ma non così veloce perché i loro sguardi non possano incontrarsi. In quell'attimo si parlano di tutto, soffrono di molto, questa volta di nuovo insieme. Babi è lì, dietro quel vetro elettrico. Si inseguono ancora un po' con i loro vecchi ricordi, con una nuova tristezza. Perché? Dove sono finiti tutti quei pomeriggi, quelle notti clandestine quando i suoi erano fuori. E ora vicino a lei c'è quello. Chi c***o è? Che c'entra nella sua vita? Nella nostra vita? Perché? Si siede sulla moto. L'avrebbe aspettato. Poi gli viene in mente tutto quello che gli ha sempre detto Babi.