A te che rischi quasi una strage, ad un semaforo, uno stop o un passaggio a livello, solo per essere qualche metro più avanti e poi guardi dallo specchietto per vedere se qualcuno ti ha visto, facendo finta di niente. Lo sai quanti vaffa ti sei preso? Con quel poco di cervello che ti è rimasto prova ad indovinare. Ma cosa hai nella testa, la segatura di sterco? Sei in ritardo? Alzati prima dal letto o da tavola, come fanno tutti gli altri.
Ci sono quelli che, vivono la vita in cerca di consensi senza senso. Quelli che, vanno in cerca dell'amore senza amare. Ci sono quelli che "è tardi devo andare" e dopo due ore sono sempre li. Quelli che prendono l'ultimo treno della sera, anche perché quello dopo, sarebbe il primo del mattino.
Tutto comincia quasi per gioco. Una domanda, con dovuta risposta. Il bisogno di raccontarsi ogni giorno di più, fino al momento in cui, il desiderio di conoscersi prende vita. Nel virtuale tutto sembra facile, dietro un monitor frasi del tipo: "non posso più stare senza di te" sono all'ordine del giorno. La realtà è diversa, guardarsi negli occhi e dirsi "dove sei stato fino ad oggi, la vita era vuota senza di te" e voler fermare il tempo nell'istante in cui le labbra si uniscono e i cuori hanno un solo battito.
Come si può pensare di essere nel giusto, quando quello che facciamo danneggia qualcun altro. Nessuno ti obbliga a sacrificarti per un tuo simile, ma almeno per quanto possa essere possibile, non fargli del male.
C'è chi si sente pieno di difetti e fa di tutto per nasconderli, per poter piacere agli altri. Non sa che proprio quella parte di sé di cui forse non va fiero, è ciò che lo rende unico.
Ci sono sensazioni che chiunque dovrebbe provare nella vita, come quella che accompagna la soddisfazione di portare a termine qualcosa, sulla quale nessuno avrebbe scommesso, alla quale solo tu hai creduto. O quella che si prova, grazie a un dono divino, nel generare una vita, consapevole che la tua continuerà in essa.
Niente fa star più male, della fine di un amore. Ogni parte, sia fisica che mentale è incentrata su di un unico destinatario. Ti fai mille domande, non trovi una motivazione, lo stomaco si chiude e non riesci a dormire. Passi da uno stato d'animo all'altro, speri che tutto ritorni come prima, ma tu sai che non sarà così. Prima ti chiudi in te stesso, poi ne parli con chiunque, ottenendo un po' di sollievo. Io credo che la soluzione migliore sia: lasciare che la sofferenza faccia il suo corso, ascoltando musica, piangendo, anche a dirotto se ti fa star meglio e parlando da solo, fino a quando quell'amore ormai finito resti solo un bel ricordo.
Vero; il mondo virtuale ti fa sentire importante, più di quanto tu possa mai pensare nel reale, riesci ad acquistare quella sicurezza che mai hai creduto di possedere. Perfetti sconosciuti ti danno attenzioni che neanche la persona più cara ti ha mai dato. Più entri nel virtuale e più ti allontani dal reale, quasi quella realtà fosse un peso, già quella realtà composta dalle persone che ami, dal tuo lavoro, dalla tua vita che, se pur fosse sgangherata ti appartiene.
Sapresti dirmi cosa ti aspetti dalla vita? Troppo facile dire tranquillità, felicità, gioia, soldi, salute, amore. Se la nascita comporta sofferenza, anche se a lieto fine e la morte solo sofferenza, come possiamo pretendere che tutto quello che sta nel mezzo sia diverso? L'unica cosa che possiamo fare è accettare tutto ciò che ci viene dato, bello o brutto che sia e lasciarlo scorrere nel modo migliore possibile.
Alla domanda: Preferisci essere o apparire? Tutti risponderanno Essere ed invece faranno di tutto per apparire. Ognuno di noi, prima o poi dovrà svestirsi dei panni di attore, di una vita che non gli appartiene. Solo allora cominceremo veramente a vivere e scopriremo quanto sia meraviglioso essere se stessi.