Scritta da: Giovanni Govoni
Io che mi abituo a tutto, anche se quello che voglio non è tutto, è qualcosa cui non ci si abitua, è sempre quella scelta da volere ogni volta.
Composta sabato 9 febbraio 2019
Io che mi abituo a tutto, anche se quello che voglio non è tutto, è qualcosa cui non ci si abitua, è sempre quella scelta da volere ogni volta.
Più che pecore siamo diventati scimmie, in mancanza di un leader da poter seguire. Ci copiamo a vicenda, ripetendo sempre gli stessi errori.
Sono tra quelli che non si ricordano i sogni, ma gli basta sapere che ci sono.
Sono tutte sprecate quelle che non si consumano. Tutte, soprattutto le persone.
Seguo solo ciò che mi attende, poiché tutto il resto non sa aspettare.
Anche qualcosa di normale diventa straordinario, visto con gli occhi della semplicità.
"Spiegami, come posso volare." È così che mi spiegò le ali.
Credo ai sogni e osservo le nuvole per dargli un nome. Quando poi si fanno grigie e piovono lacrime, confido nel vento per farli volare.
Forse la nebbia che c'è è solo un manto per salvaguardare le bellezze di questo mondo agli occhi di chi le sciuperebbe con il proprio giudizio.
Il brutto del dimenticare, è dimenticare anche i sogni.