Scritta da: Ludovica Marinucci
Nullius boni sine socio iucunda possessio est.
Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla.
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Nullius boni sine socio iucunda possessio est.
Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla.
Dio ha posto la vita su un piano inclinato.
La solitudine è per lo spirito, ciò che il cibo è per il corpo.
Tu vorresti insegnarmi come conservare i miei beni e la mia condizione; ma io desidererei piuttosto imparare come potrei perderli ed essere ugualmente felice.
Capita che un agire ponderato conti più di un pensare assennato.
Ma quando si parla della vita felice, non mi puoi rispondere come per le votazioni: "la maggioranza sta da questa parte". Infatti è la parte peggiore. Per le faccende umane non funziona così bene: le cose migliori sono sgradite ai più. La folla è la peggiore conferma. [...] Non credo alle apparenze. Ho uno strumento migliore degli occhi e più affidabile che mi permette di distinguere il vero dal falso: il bene dell'animo deve trovarlo l'animo.
Essere sempre fortunato e trascorrere la vita senza il morso del dolore significa ignorare l'altra faccia della natura. Sei un uomo grande: ma come faccio a saperlo, se la fortuna non ti offre la possibilità di mostrare il tuo valore? Hai gareggiato alle Olimpiadi, ma senza concorrenti: hai la medaglia, non la vittoria; non mi rallegro come con un uomo forte, ma come uno che ha ottenuto il consolato o la pretura: ti hanno fatto un onore. Lo stesso posso dire all'uomo buono, se una circostanza difficile non gli ha dato un'occasione in cui mostrare la sua forza d'animo: "Ti reputo infelice, perché non sei mai stato infelice. Hai trascorso la vita senza avversari; nessuno saprà quel che potevi, neppure tu stesso". C'è bisogno di una prova per conoscersi; nessuno sa quel che può se non sperimentandosi.
Ma se sei uomo, ammira chi tenta grandi imprese, anche se fallisce.
Ora, se tu chiedessi ad un ottantenne: "Quanti anni hai?", lui subito ti risponderebbe: ottanta!
Ma se tu insistessi, o fanciullo, e gli chiedessi di togliere dai suoi anni il tempo trascorso a compiacere amici e parenti, ad obbedire ai capi, a lavorare, a far denaro, a studiare, ad odiare e ad amare, e gli dicessi: quanto è il tempo rimasto per te?
Ebbene quel vecchio si ccorgerebbe di avere più o meno l'età di un lattante!
Che breve non è la vita, ma quella che viviamo!
Non vi è vento favorevole per il marinaio che ignora la rotta.