Scritta da: RoxyRox
Così restammo seduti, con la testa piegata all'indietro e il viso piacevolmente rivolto al sole e per un po' lasciammo che il mondo ci corresse accanto inosservato...
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Così restammo seduti, con la testa piegata all'indietro e il viso piacevolmente rivolto al sole e per un po' lasciammo che il mondo ci corresse accanto inosservato...
Se andassimo via adesso nulla di ciò che verrà sarebbe, ma la vita è come l'acqua, scompare, affonda e poi riaffiora dove può, dove deve.
Guardo quest'uomo, in fondo a questa luce notturna, con in braccio il neonato di Sarajevo. E d'improvviso sento quel dolore, che poi mi prenderà ogni volta e ha un modo tutto suo di aggredirmi. Mi stringe la nuca, m'irrigidisce il collo. È Diego che mi trattiene da dietro, riconosco le sue mani, il suo fiato, però non posso voltarmi. Era lui che doveva tenere in braccio il bambino [...]. È lui che mi tiene per la nuca e mi sussurra di guardare il mio destino avanti, le scene della mia vita senza di lui.
Le voglio bene. È una di quelle persone un po' distratte che si fanno voler bene per forza.
Ma ogni vera gioia ha una paura dentro.
Non sembrava offesa. Non se la prendeva mai, anche quando se la prendeva. Tornava subito sui suoi passi. Non aveva una grande considerazione di se stessa. Una di quelle persone con le quali è quasi impossibile litigare. Non entrano mai in collisione con le energie sballate degli altri, si scansano un attimo prima, oppure si lasciano incenerire senza smettere di sorridere.
È inutile indagare le occasioni mancate. Non sai mai se ti sei salvato dalla morte, o ti sei perso la vera vita.
La lingua era la cosa che più gli era piaciuta.
Piccola, rossa, mite e improvvisamente piena di
nervi e di sangue come lei.
Ore di baci. Nei parchi, contro i muri, come gli
adolescenti quando cominciano a provare, a
sondare un altro corpo dentro. Vermi caldi,
incollati di torpore, che si lasciano cadere,
scivolare. Lui s'infilava in quella bocca e ci
cadeva, muoveva la lingua come una pala nella
polenta. Te ne andavi, diventavi umido e pieno di
fiamme. Crescevi insieme alla saliva. Non eri più
il povero stronzo di una settimana prima. Perché
lei ti voleva come una sanguisuga, come una
pianta cerca il sole. Come tutte le cose stupide
che si cercano nel mondo semplicemente per
vivere.
Si staccavano per poco e si guardavano,
soddisfatti. Di niente. Di quel ruminare. Poi
tornavano al lavoro. Come operai sudati. Perché
di quello si trattava. Fondamenta di saliva per un
amore.
Morta, ecco come mi sento. Serena, in pace, perché trapassata.
[...] Persone benefiche che incontri per caso e ti viene voglia di abbracciare, perché ti sorridono dal fondo della loro esperienza umana e di colpo ti risarciscono dell'altra metà del mondo, quella accasciante delle persone rinserrate nella loro pozza di buio.