Aforismi di Mariella Buscemi

Psicologa/Autrice, nato domenica 3 gennaio 1982 a Enna (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Poesie, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Mariella Buscemi
Oggi, mi taglio. Mi taglio fuori dal mondo, mi costringo in un angolo, senza fiatare, sennò le prendo. Oggi, mi taglio con una forbice a zig-zag e ghirigori e mi faccio venire i brividi quando le due lame non mi prendono bene la pelle e vanno di liscio, masticando appena e non tranciando di netto. Nell'ampiezza d'angolo della forbice aperta, ci sta tutta la mia ansia, l'attesa di uno "zac" che vibra nell'aria e che mi fa male ancor prima di farmene davvero; nella forbice chiusa, ci sto io, stretta, stretta, senza respiro, incastrata. Forbici in mano a sadiche Parche che tessono e recidono i fili del mio destino.
Mariella Buscemi
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    Mi accosto all'immagine di una lastra di marmo. Piatta e fredda, si direbbe. Io, invece, rispondo: piena di venature. Porzioni levigate, bianche e finissime, altre granulose, intervalli di grigio tendente al nero o sfumati a cogliere accenni di azzurro, per poi, farsi più marcati e sembrare lividi. Ecco perché mi risaltano le venature, per via dei lividi con i quali entro, spesso, in confidenza perché senza non ci so stare e me li infliggo io per prima, anticipando i colpi di chi, pronto con la frusta in mano, mi farebbe ancor più male. Questo è il mio personale concetto di "tra i due mali, meglio quello minore" e quello minore è quello che m"infliggo io, si fa per dire, per carità, ché io picchio duro con il sadismo che mi tiene a braccetto e mi dà il salario a fine mese, lavoro alle sue dipendenze ed in tempi di crisi, non posso fare neppure la preziosa.
    Mariella Buscemi
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Composta e a modo, nascondo le mie maniere selvagge e le mie abitudini primitive. Sono nata nell'era sbagliata, epoca matrigna che non mi accoglie, orfana a questo mondo fatto di convenevoli e "si deve", "si fa". Non chiedo permesso e sgomito per dribblare e doppiare, mi fermo solo quando il fiato è troppo corto e le gambe non ce la fanno più. E ad essere selvaggi c'è un vantaggio, ché lì fuori è una giungla e bisogna saper essere animali tra gli animali per bere e mangiare, figurarsi per amare.
      Mariella Buscemi
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        Come resti di terra trascinati dalla china di pioggia pazza. Il pietrisco a graffiare la schiena. La sensazione d'umido penetrarmi lo scheletro. Il pungente odore di fango mi inonda le narici e mi cosparge. Ho gli occhi rivolti a terra. Combattere e sfidare questo maltempo. Navigare su di una barca di carta nella terraferma e poi disfarla e guarnirmi il cuore d'un origami che sappia di qualcosa che ti riguardi, che mi faccia lampo e mi riconduca a te; ne farò un totem da divinizzare.
        Mariella Buscemi
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          Sono una strada non praticabile. Vicolo cieco, via scoscesa, con i fossi del mio oggi scavati dalle pale meccaniche dei ricordi. Strada pericolosa, sdrucciolevole, con mille passi ed interruzioni. Valichi. Non ho più piedi per camminare. Attraversarmi è avventurarsi, perdersi. Sono una zona d'ombra, solitaria, sinistra, piena di animali notturni, predatori, nemici. Sono con la luna storta che mi spunta dalle spalle della montagna con la roccia erosa dal tempo.
          Mariella Buscemi
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            Nel mio immaginario non c'è solo il compimento, c'è la tensione, lo spasmo, il prolungare, il confondere il piacere con una piccolissima punta raffinata di dolore, il rimandare, il fermarsi, il soffermarsi, l'imbarazzarsi, restare senza parole, restare preda. La mia voglia di dare, in realtà, è una forma di drastico egoismo, non è neppure, semplicemente, ricevere, ma è usurpare, rubare e depauperare. È un cavallo legato al giogo costretto a fare il giro, imbrigliato com'è, ma che s'incazza e s'imbizzarrisce e vuole scalciare. Tradurre ogni pensiero in parola mi è difficile; sono come il cavallo, con i paraocchi, non so dove me ne vado, vado perché mi sento tirare.
            Mariella Buscemi
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