Scritta da: Paola Melone
Niente è più intimo di due pensieri che si toccano.
Composta venerdì 13 aprile 2012
Niente è più intimo di due pensieri che si toccano.
Non amo le porte serrate, amo quelle socchiuse, quelle dove puoi scrutare dentro, quelle dove lo sguardo si fa mano e accarezza chi c'è. Una porta murata è una discorso mai fatto, un libro mai letto, una tela mai imbrattata, un abbraccio mai dato.
Pochissimi hanno classe da vendere; la maggior parte la compra e la indossa. Ma non è la stessa cosa.
Ogni tanto è bene ricordare, a chi si assume la responsabilità di non pensare, che è sintomo di buongusto avvalersi
della facoltà di non rispondere.
Ci sono occhi che parlano tutte le lingue del mondo e te ne accorgi, quando li incontri, perché rimani, in silenzio,
ad ascoltare.
Ho lasciato attimi di me, dimenticati su sporche panchine di stazioni sconosciute, ho abbandonato frammenti di emozioni su strade senza voce e ho continuato a camminare, calpestando la vita a piedi nudi per sentirne la consistenza; suole di vita ai piedi, dure come cuoio, un passo avanti e un altro ancora. E se sarà poco quello che avrò, lo farò avanzare, così diventerà tanto.
Ho appoggiato il mio amore sulla bocca, gli ho detto di tacere, per un attimo, un solo istante di pura afonia; e poi gli ho detto di esprimersi in silenzio, di andare oltre i linguaggi sconosciuti, di superare mille e mille idiomi e l'ho adagiato, semplicemente, sulle tue labbra.
Mi era stato detto di non cogliere le mele perché appartenevano non so bene a chi. Proprio per questo ne ho colta una e mi è piaciuto rubarla e l'ho addentata di nascosto e il sapore era così diverso dagli altri, così nuovo, quasi divino. E a quel punto, non so chi, mi ha detto che avrei partorito con dolore e che la mia vita non sarebbe stata facile, che avrei dovuto soffrire solo per mostrare la mia esistenza. E così è stato. Sempre in ombra, sempre comparsa, sempre figlia di un Dio minore. Strega, demonio e poi puttana: bruciata sui roghi dell'ignoranza, condannata da un credo cieco e deforme, additata da una società isolata nei sui limiti crudeli e abietti. E adesso sono qui, con la mia vita e con la mia mela in tasca che addento, ogni tanto e ogni morso è un passo avanti, ogni morso è una parte di me che esce fuori, con un sorriso. Firmato: una donna qualunque.
Ci vuole coraggio a restare e il coraggio è fatto di volti, di occhi pronti a carpire, a implorare, a rubare, di labbra pronte a imprecare, a parlare, a tacere. La vigliaccheria, no. Non ha volto, non ha sguardo né parola, non ha rughe né espressione: è un limbo appoggiato sulle spalle di chi va via.
La gente è il riparo di chi non prende posizione. Le persone no. Le persone mostrano con coraggio le proprie idee, si inerpicano su terreni impraticabili, calpestati da pochi, lasciando alle spalle una folla, accomodata su un monotono pensiero comune.