Scritta da: Silvana Stremiz
Le cose più belle le ho imparate da quei cuori "privi di Dio" ma colmi di amore e umanità. Quelli pieni di Dio sono troppo impegnati con lui per dare veramente retta al prossimo.
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Le cose più belle le ho imparate da quei cuori "privi di Dio" ma colmi di amore e umanità. Quelli pieni di Dio sono troppo impegnati con lui per dare veramente retta al prossimo.
Se Dio se ne va dal nostro cuore, forse è semplicemente perché non ci ha mai veramente abitato.
Il male è ospite non gradito in ognuno di noi, spesso fa a pugni con il bene che ci abita. Spesso, molto spesso, è lui a vincere il round.
L'ascolto dovrebbe essere una condizione reciproca, senza peso e senza giudizio. In tal caso, solo in tal caso, si può definire amicizia o affetto, il resto è apparenza.
Invece di cercare o cacciare Dio, dovremmo lasciare aperto il cuore ad ogni possibilità "della sua esistenza o meno". Se è destino si fermerà da noi, ma se non si ferma allora forse semplicemente dovremmo arrenderci alla sua non esistenza.
Anche senza Dio si può essere "grandi dentro".
In nome di Dio si sono commessi i "delitti" più atroci. Ora se tutto il buono è merito di Dio, perché non ha fermato "quell'inferno di compiuti"?
La vita è piena di piccoli messaggi in dono all'uomo, solo che l'uomo vive troppo distrattamente per coglierli, perché troppo occupato a vivere "il vuoto" che lo circonda.
Alcune cose si sentono, si avvertono in quei piccoli particolari che vorremmo non sentire, non vedere, ma che ci sono.
A volte il bisogno di una favola ci impedisce di guardare con gli "occhi della verità"