Scritta da: Silvana Stremiz
Vi è in ognuno di noi un po' di dr. Jekyll e un po' di Mr. Hyde.
Composta martedì 1 ottobre 2013
Vi è in ognuno di noi un po' di dr. Jekyll e un po' di Mr. Hyde.
Non voglio credere in Dio, in quel Dio scontato, costruito con accanimenti esagerati di Fede, dove tutto più che un disegno è uno scarabocchio. Non voglio una Fede senza dubbi o perplessità. Voglio semmai comprendere la sua verità.
Si dice che la vita non è solo bianco o solo nero, ma c'è il grigio. Io non lo voglio il grigio, non serve, voglio il rosa, l'azzurro o piuttosto il nero. Il grigio è abitudine, io sono vita.
Quando decidiamo di aver ragione, non "vi è ragione" che possa farci ragionare.
In fondo è questo l'amore, donare senza calcoli, volare sulle ali di un sogno, in bilico sospesa al nulla, osando fino a farsi male, per respirare anche solo per un istante il "senso di tutto".
È incredibile come i sogni iniziano a sognare, come i desideri che non vorresti prendano il volo anche senza di te senza più paura di cadere.
Riempi le tasche di sogni, di speranze, di polvere di stelle e "semi di arcobaleni" da tirare fuori nei tempi bui, pieni di nulla.
Sono stanca delle persone complicate: vorrei davvero che le persone fossero ciò dicono di essere, che il nero fosse nero e il bianco fosse bianco. La vita sarebbe meno complicata.
Non è vero che siamo sempre liberi di decidere: sovente è una libertà apparente, crediamo di aver scelto ma in realtà era l'unica "direzione da percorrere" per non scagliarci contro un muro.
È stupendo sognare anche senza un luogo per atterrare, senza paura di farti male.