Scritta da: logos probus
È quando si comprende o almeno si accetta il modo di esserci nel mondo, che si ha più il bisogno di capire la realtà che comprende tutti.
Composta venerdì 14 agosto 2015
È quando si comprende o almeno si accetta il modo di esserci nel mondo, che si ha più il bisogno di capire la realtà che comprende tutti.
Il pensiero è siero della verità.
Il pensiero permette a ognuno di leggere dentro la propria mente con la sua coscienza, nei limiti dell'incoscienza.
Il cerchio è, solo se in movimento. È esempio, di uno spazio di tempo.
Il caso presume libertà, più libertà rispetto alla necessità. Per scoprire una verità sul lavoro della casualità, si dovrebbe cercare di partire da tutte le direzioni possibili. Andando a caso per una via, in un tempo indefinito e in stato di ubriachezza o cecità, si finirà per toccare e percorrere ogni angolo, anche il più remoto, o anche chiusi in una stanza, in un tempo indefinito, senza volerlo, toccheremmo, prima o poi, ogni cosa presente. La luce e la via dei ciechi, sono nel lavoro del caso.
La bellezza di uno scritto resta tra le pagine e il lettore, l'autore diventa un tramite, far arrivare un messaggio.
Le parole non hanno senso, senza che qualcuno glielo dia.
La forza sta nel non piegarsi conservando la propria identità. Lo spazio come luogo non materiale e realtà invisibile, non si piega mai sotto alcuna massa, oppure materia ed energia vi sarebbero assorbite, "sparirebbero". La materia è immersa nello spazio senza alterarlo: la concretezza non tocca un tratto astratto, com'è il concetto di spazio. Sarebbe "fuori luogo".
La morte: è una semplificazione relativa, un mezzo necessario a tratti. La vita di oggi è avanzata ma anche complicata, e si sente, necessaria una semplificazione. Se ogni situazione particolare è irripetibile, e dopo un cambiamento lo stato originario non è semplicemente annichilito, allora la tendenza spontanea della vita è l'evoluzione. Quando viene distrutto qualcosa, in genere si presuppone un migliore utilizzo dello spazio liberato, per questo lo stato originario risulta poi migliorato.
La disarmonia del mondo è determinata anche dal contrasto tra la natura e gli artifici dell'uomo. Tiranneggiando sulla propria natura, l'uomo non trova l'armonia, ma soltanto l'agonia del suo aggrapparsi incosciente alla vita.