Scritta da: Stefano Del Degan
Nella solitudine puoi ascoltare il melodioso silenzio che ti dona il tuo essere puro.
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Nella solitudine puoi ascoltare il melodioso silenzio che ti dona il tuo essere puro.
Rapiti dall'ordinaria quotidianità, non troviamo, ne il tempo ne il coraggio di guardarci negli occhi; per paura della straordinaria vitalità delle emozioni.
Dalle sorgenti della contemplazione, possiamo scivolare nella meditazione fino ad elaborare un nuovo pensare; dove i vuoti dell'oggi si possano riempire... con l'amore.
Il tuo armonioso andirivieni sposta costantemente i toni cromatici nell'atmosfera, consegnandomi calde sfumature in cui inebriarmi.
I dotti onorevoli s'illudono di poterci pilotare, limitando il nostro libero filosofare.
Tra gli aromi e le essenze che viaggiano nel vento, vivo la tua presenza, inebriandomi.
All'alba si accendono i colori di un nuovo giorno; il librare leggero di un rapace si armonizza nel suo essere, mentre un dotto indaffarato cerca la vita dimenticandosi di viverla, tenendo costantemente dell'indifferenza le proprie emozioni ancestrali.
Quando un'alone misterioso scuote i tuoi pensieri, oppure suoni e melodie stordiscono le tue certezze; è solamente la mia voglia di abbracciarti, che viaggia nel tempo, raggiungendoti ovunque.
Piove, il pantano disorienta il viandante, le sue impronte vengono miscelate e confuse, il cammino si fa più faticoso; mentre l'ignoto domina impossessandosi del sentiero prescelto.
Dal fuoco che arde da tempo, si alza un maleodorante fumo grigiastro, la presenza del nulla è palpabile e da segnali di soffocamento, che lo fa rimanere inerte dinnanzi alla fine del viaggio.
Il fuoco s'indebolisce inesorabilmente, non gli resta che alzare dignitosamente il capo guardando il continuo precipitare, aspettando un nuovo vento.
Ricordandosi che ogni fine, non è altro che un nuovo inizio.
Noi mortali necessitiamo di alimentarci dal fuoco dei sentimenti.
La tua impalpabile presenza, domina il pensiero confuso dalle tue grazie...