Uomo, oggi hai consumato il sorriso, cammini piegato con lo sguardo spento verso le estremità dei piedi; hai eclissato una parte della tua esistenza, innalzando muri e chiudendo le porte alle emozioni; non puoi pretendere di poter volare, ma trova l'energia per guardare il colore del cielo, accendendoti di nuova luce.
Uomo, quando riuscirai a percepire il pianto della grande montagna nel partorire il fiume; sarai momentaneamente fuggito dall'ordinaria quotidianità, e dal suo malinconico grigiore.
Dalle sorgenti del "nostro" pensiero, nasce un flusso continuo, che precipita, vortica e rumoreggia caoticamente; rallentando il vero cammino dell'evoluzione. Al contrario, dalla meditazione scaturisce un grande e silenzioso movimento, che scivolando armoniosamente, supporta il continuo cambiamento del "nostro" quotidiano.
Oggi l'essere mortale sopravvive freneticamente incatenato al suo "progresso"... Mentre l'uomo, che vive del proprio cammino, miscela sapientemente l'evoluzione continua agli istinti ancestrali.
Solo l'uomo semplice e libero vede le sfumature che scorrono continuamente nel corso dell'esistere. Quindi chi ti parla senza conoscere il colore dei tuoi occhi, con tutte le sue gradazioni, non potrà mai arrivare a sfiorare il tuo "Io" più profondo e non avrà mai le chiavi per aprire lo "scrigno" dei tuoi sentimenti.