in Frasi & Aforismi (Libri)
Se dovessi scegliere una persona con cui vagare su un pianeta disabitato, quella saresti tu.
dal libro "L'ospite" di Stephenie Meyer
Se dovessi scegliere una persona con cui vagare su un pianeta disabitato, quella saresti tu.
Sei l'essere più nobile e puro che abbia mai conosciuto. L'universo sarà un luogo più buio senza di te.
Bella - Non mi ha fatto piacere non vederti.
Edward - Ah, così non va.
Bella - Cos'ho detto?
Edward - Non capisci, Bella? Che io renda infelice me stesso è una cosa, ma che tu sia coinvolta è un'altro paio di maniche. Non voglio più sentirti dire che provi cose del genere. È sbagliato. È rischioso. Bella, io sono pericoloso... ti prego, renditene conto.
Bella - No.
Edward - Dico sul serio.
Bella - Anch'io. Te l'ho detto, non m'importa cosa sei. È troppo tardi.
Bella - Hai mai pensato che la mia ora doveva suonare già la prima volta, con l'incidente del furgoncino, e che tu hai di fatto interferito con il destino?
Edward - Quella non è stata la prima volta. La tua ora è suonata quando ti ho conosciuta.
Bella - pensavo che tu avessi sempre ragione.
Edward - una volta era così. Ma mi sbagliavo anche a proposito di un'altra cosa. Non sei una calamita che attira incidenti, è una classificazione troppo limitata. Tu attiri disgrazie. Se c'è qualcosa di pericoloso nel raggio di 10 chilometri, puoi scommettere che ti troverà.
Bella - Tu rientri nella categoria?
Edward - Senza alcun dubbio.
Sei intossicata dalla mia presenza.
Era un Edward diverso da quello che avevo conosciuto. E ciò aumentava la mia infatuazione. A quel punto, separarmi da lui, sarebbe stato un dolore fisico.
Edward.
Pronunciare il suo nome era diventato incredibilmente facile. Non sapevo bene cosa fosse cambiato. Forse dipendeva dal fatto che non avevo intenzione di sopravvivere a lungo senza di lui.
Quando penso di capire che cosa farà Bella, lei fa qualcosa di imprevedibile. Non è come tutti gli altri umani.
Sbirciai di nuovo verso di lui, e me ne pentii. Mi stava di nuovo squadrando, con gli occhi neri pieni di disprezzo. Mentre mi ritraevo, stretta nella sedia, improvvisamente pensai a quel modo di dire: se gli sguardi potessero uccidere...
In quel momento la campana prese a squillare, io sobbalzai ed Edward Cullen si alzò dal suo posto con un movimento fluido - era molto più alto di quanto avessi immaginato - dandomi le spalle, e prima che chiunque altro avesse lasciato la sedia era già fuori dalla classe.
Io rimasi pietrificata al mio posto, incredula, a guardarlo. Che cattivo. Non era giusto. Iniziai a raccogliere le mie cose lentamente, cercando di arginare la rabbia che mi aveva presa, per non mettermi a piangere. Per qualche motivo, il mio umore e i miei occhi erano legati a doppio filo. Di solito, quando ero arrabbiata piangevo, una reazione umiliante.