Di colpo si fece serio. Mi prese il mento tra le mani, lo tenne fermo e non riuscii a distogliere gli occhi dal suo sgardo intenso. "Finché il tuo cuore batterà, Bella" disse, "sarò qui... e combatterò. Non dimenticare le alternative che hai".
Sa che ti ucciderò, Riley. Lei vuole che tu muoia, in modo da smetterla con questa commedia. Sì, te ne sei accorto, vero? Hai letto i dubbi nei suoi occhi, sospettato di quel tono falso nelle sue promesse. Non ti ha mai desiderato. Ogni bacio, ogni carezza, era una bugia.
La felicità che sentii mentre sedeva accanto a me non aveva precedenti. Per quanto mi divertisse l'amore e la compagnia della mia famiglia, nonostante i vari divertimenti e distrazioni che il mondo aveva da offrire, non ero mai stato così felice. Anche sapendo che era sbagliato, che non sarebbe potuto finire bene, non riuscivo a trattenere a lungo un sorriso dal mio volto.
Avrebbe mai smesso di emozionarmi, il fatto che ero l'unico a cui lei acconsentiva? Ne dubitai. Girai attorno la macchina come un fulmine, eccitato di raggiungerla. Non mostrò nessun segno di shock alla mia improvvisa riapparizione.
Lei mi guardò, sussultando di nuovo mentre sembrò che mi materializzassi attraverso la nebbia. E poi la sorpresa dei suoi occhi si trasformò in qualcos'altro, e non fui più spaventato, o speranzoso, che i suoi sentimenti nei miei confronti nel corso della notte fossero cambiati. Calore, meraviglia, fascino, nuotarono nei suoi occhi di cioccolato fuso.
E io non avevo angeli. Erano riservati ai buoni – alle persone come Bella. Ma dov'era stato il suo angelo fino ad ora? Chi stava vegliando su di lei? Risi silenziosamente, sorpreso, mentre realizzavo che, proprio adesso, stavo ricoprendo io quel ruolo. Un angelo vampiro, c'era uno strappo alla regola. Dopo una mezz'ora circa, Bella allentò la tensione dalla posizione in cui si era addormentata. Il suo respiro divenne più profondo e iniziò a mormorare nel sonno. Sorrisi, soddisfatto. Era una piccola cosa, ma almeno stanotte avrebbe dormito più comoda perché io ero lì. "Edward," sospirò, sorridendo. Per il momento misi da parte la tragedia, e mi permisi di essere di nuovo felice.
Ma, diversamente dalla maggior parte delle notti, era appallottolata con le coperte tirate fino alle spalle. Per il freddo, immaginai. Prima che potessi sedermi nella solita sedia a dondolo, rabbrividì nel sonno, e le sue labbra tremarono. Per un breve istante rimasi a pensare, poi uscii silenziosamente nell'ingresso, in esplorazione delle altri parti della sua casa, per la prima volta. [...] Là, sulla cima delle scale, c'era un armadio dall'aria promettente. Lo aprii speranzoso, e trovai quello che stavo cerando. Scelsi la coperta più pesante dal piccolo armadio di biancheria, e la portai nella sua stanza. L'avrei rimessa a posto prima che si svegliasse, e nessuno sarebbe stato più saggio. Trattenendo il respiro, distesi la coperta sopra di lei; non reagì all'aggiunta di peso. Tornai alla sedia a dondolo.
"Non capisci, Bella? Che io renda infelice me stesso è una cosa, ma che tu sia coinvolta è una altro paio di maniche. Non voglio più sentirti dire che provi cose del genere." Era la verità, era una bugia. La parte più egoista di me stava volteggiando nella consapevolezza che lei mi voleva come io volevo lei. "È sbagliato. È rischioso. Bella io sono pericoloso – ti prego renditene conto." "No." Le sue labbra si imbronciarono arrabbiate.
La guardai negli occhi, spalancati sotto la folta cornice di ciglia, e desiderai poter dormire. Non per l'oblio, come avevo già fatto prima, non per sfuggire alla monotonia, ma perché volevo sognare.
Allungò di nuovo la sua mano attraverso il tavolo, lentamente e cautamente. Allontanai la mia mano di un centimetro dalla sua, ma lei lo ignorò, determinata a toccarmi. Trattenni il respiro, non per il suo odore adesso, ma per l'improvvisa, confusa tensione. Paura. La mia pelle l'avrebbe disgustata. Sarebbe scappata via. Toccò il dorso leggermente con la punta delle dita. Il calore del suo gentile, volontario tocco era qualcosa che non avevo mai sentito prima. Era quasi puro piacere. Lo sarebbe stato, eccetto per la mia paura. Osservai il suo viso mentre sentiva il freddo ghiaccio della mia pelle, ancora incapace di respirare. Un mezzo sorriso le piegò gli angoli delle labbra.