Che nell'osservarmi risulto sempre quella che poi non sono. Che solo perché amo l'eleganza nessuno si immagina io possa infilarmi in un bosco a raccogliere castagne. Tesori, mondi incantati. Che adoro sporcarmi i piedi di fango alla ricerca di qualcosa, concretamente, come nella vita. Che abbraccerei sempre tutti, che la mia espressione distaccata è involontaria, che sono fatta così. Che la forma sembra perfetta ma la sostanza resta un caos. Che ho bisogno di affetto anche se mi imbarazza fare il primo passo. Che più vorrei e più mi blocco. Che non sono brava a permetterti di conoscermi, anche se vorrei, anche se davvero, io ce la metto tutta.
Crescere è una spinta contro il muro. Ti accorgi di quante cose avresti voluto diverse, quanti momenti hai sprecato e quanto il tuo cuore si è strappato. E vorresti frantumare il tempo che scorre e tornare indietro per cambiarle. Mette troppa tristezza l'idea di esserti persa dietro qualcosa che poi è andata distrutta. Mette tristezza notare che vedevi magia dove neanche c'era. Mette tristezza girarti indietro e vedere te stessa buttata via, avvinghiata a qualcosa che solo oggi capisci non valeva, non voleva dire niente. Ti sei gettata in pasto al nulla, pur di ricevere una carezza in più.
Puoi anche tenerli nascosti sotto il letto, i tuoi mostri. Ma tanto poi saltano fuori. E ti divorano, e sbranano tutte le tue speranze. Non ne scappi se li metti da parte e non li ammazzi.
Quando si è sensibili si capisce tutto sempre un po' di più. Ci si mette nei panni degli altri prima di pronunciare troppo. Ci si immagina al loro posto, in un angolo ad osservare. Intuire. Capire. Quando si è sensibili la risposta si fa profonda e il consiglio è sempre di cuore grosso. Mai distratto.
Ti voglio bene. Ti amo. Si può voler bene e amare la stessa persona. Si può. Il ti amo non è il passo più in là del ti voglio bene. Sono due sentimenti distinti, non troppo distanti, che possono anche incontrarsi.