- Lo sai perché non mi sono ancora uccisa? Dopo aver subito sulla mia pelle le mani che hanno scagliato mio figlio dalle mura di Troia, lo sai perché non mi uccido? [...] Perché la dolcezza dei miei ricordi è pur sempre maggiore dell'orrore di quel massacro. Ed essi mi sono talmente cari che solo per quelli ho la forza di vivere. La morte, anche di quelli mi priverebbe. Ettore mio, solo e unico amore, il mio bambino adorato, morirebbero del tutto e per sempre. La mia vita, benché miserabile, benché piena di vergogna, prolunga la loro. Senza di essa anche il loro ricordo sarebbe spento per sempre.
Il destino è cieco e ha gettato su di noi tutte le sventure. Nello stesso momento qualcun altro, altrove, lontano, gode di tutte le gioie... Anche delle nostre, di quelle a cui avremmo diritto. Ma un giorno, chissà, forse anche per noi sorgeranno giorni più sereni. Forse potremo vivere e dimenticare.
Gli dèi non dimenticano. Ci possono colpire quando vogliono, nel modo più atroce. Se la cosa più terribile al mondo per un uomo è di cadere nelle mani di un altro uomo, puoi immaginare che cosa significa cadere nelle mani di un Dio che ti odia?
Gli dèi giocano con la nostra vita come un fanciullo vicino a uno stagno spinge al largo la sua barchetta ogni volta che le onde la riportano vicino a riva.
L'uomo si ostina ad abitare dovunque anche se la terra non lo vuole. Lo sai che vi sono uomini che abitano nelle grandi sabbie dove non cresce nemmeno un filo d'erba? E uomini che abitano nelle terre coperte di ghiaccio? Ma la terra prima o poi se ne libera come fa un cane con le pulci, una grattata e via.
La freccia gli si piantò alla base del collo ed egli si accasciò contro la parete e mentre l'anima gli usciva gorgogliando dalla ferita gli occhi gli s'arrovesciarono all'indietro e poté vedere per un momento dentro di sé. Vi trovò il villaggio natio, le acque scintillanti del mare e i suoi passi di fanciullo lungo la riva, sentì gli spruzzi e la schiuma e la sabbia dorata sotto i piedi, il calore del sole sulle spalle nude. Desiderò di non essere mai partito mentre, piangendo, scendeva per sempre nel buio e nel freddo.
- [...] Non meritavano di morire. - Nemmeno noi meritiamo di morire. Conosci qualcuno che meriti di morire? Sprofondare nel buio lasciando per sempre il profumo dell'aria e del mare, i colori del cielo, dei monti e dei prati, il sapore del pane e l'amore delle donne... c'è qualcuno che merita un simile orrore, solo per il fatto di essere nato?
Mille volte in guerra aveva affrontato la morte alla luce del sole. Ora una paura sconosciuta e ben maggiore lo spingeva a strisciare nel buio. La paura di essere stato dimenticato. Non c'è nulla di più terribile per l'uomo.