Scritta da: Staff PensieriParole
Pubblicata prima del 01/06/2004
Poco basta a consolarci, perché poco basta ad affliggerci.
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Poco basta a consolarci, perché poco basta ad affliggerci.
Il sentimento della falsità dei piaceri presenti, e l'ingnoranza della vanità dei piaceri assenti, sono la causa della nostra incostanza.
Ci sono vizi che si radicano in noi solo appoggiandosi ad altri e che, se si taglia il tronco, se ne vengono come dei rami.
La memoria, la gioia, sono sentimenti; ed anche le preposizioni geometriche divengono sentimenti, poiché la ragione rende naturali i sentimenti, ed i sentimenti naturali vengono cancellati per opera della ragione.
L'intelletto è portato per sua natura a credere, e la volontà per sua natura ad amare; di modo che, in mancanza di oggetti veri, bisogna che si attacchino ai falsi.
Quando si legge troppo in fretta o troppo lentamente non si capisce nulla.
Un medesimo significato cambia secondo le parole che lo esprimono. I significati ricevono dalle parole la loro dignità, invece di conferirla ad esse. Bisogna cercare degli esempi.
Ci sono di quelli che parlano bene e non scrivono bene. È perché il luogo, la presenza della gente, li riscalda e trae fuori dal loro animo più di quanto essi non sappiano trovarvi senza quel calore.
Piace dar del principe a un re, perché ne diminuisce la qualità.
Quelli che fanno delle antitesi forzando le parole sono come quelli che fanno false finestre per la simmetria: la loro regola non è di parlare giusto, ma di comporre figure retoriche giuste.