Pensate se voi ed io fossimo italiani e fossimo cresciuti dall'infanzia ad ora minacciati continuamente da confessionali, prigioni e sgherri infernali, potremmo voi ed io esser migliori di loro? Saremmo noi così buoni? Io, se ben mi conosco, no.
Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà. E l'Italia è grande perché vuol essere europea, non perché vuol vivere una sua gretta vita di provincia: quando si parla di romanità, si esprime con tale parola questa aspirazione all'influenza universale, non solo nel campo politico, ma anche nel campo culturale.
[...] il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia.
L'Italia ha da trionfare, perché l'Italia è la libertà, l'umanità, la civiltà. Che tutti què principii, disconosciuti e condannati dalle dinastie decadute, escano ora dall'ombra e dal silenzio, ove si tentava seppellirli; che il popolo fatto libero si ritempri nel sentimento della sua dignità e della sua potenza; che la violenza e l'iniquità dell'alto non autorizzino la violenza e l'iniquità del basso; che la paura, questo vergognoso istinto di degradazione e di schiavitù, sia sradicata affatto dalla coscienza popolare che si rialza: ecco il sistema di repressione che senza fallo riuscirà; e la palla sarà estratta dalla ferita, e la camorra non esisterà più, se non come memoria in quest'opuscolo caduto nell'oblio.
L'Italia, come dice Calvino, ricorda il lampione della storiella: l'ubriaco sta cercando la chiave sotto la lampada, un passante gli chiede se è sicuro di averla perduta proprio lì; no, risponde l'ubriaco, ma qui ci vedo.
In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti.