Scritta da: Silvana Stremiz
in Frasi & Aforismi (Libri)
I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
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I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.
Donna lo vuole, Dio lo vuole.
L'età ti fa capire certe cose. Per esempio, adesso so che la vita di un uomo si divide fondamentalmente in tre periodi. Nel primo, uno non pensa neppure che invecchierà, né che il tempo passa, e che fin dal primo giorno, quando nasciamo, camminiamo verso un unico e identico fine. Passata la prima giovinezza, comincia il secondo periodo, nel quale uno si rende conto della fragilità della propria vita, e quello che in principio è una semplice inquietudine va crescendo nell'animo come un mare di dubbi e incertezze che ti accompagnano durante il resto dei tuoi giorni. Per ultimo, alla fine della vita, si apre il terzo periodo, quello dell'accettazione della realtà e, di conseguenza, quello della rassegnazione e della speranza. Lungo la mia vita ho conosciuto molte persone che sono rimaste agganciate a uno di questi stadi senza mai riuscire a superarli. È qualcosa di terribile... è un cammino che ognuno di noi deve imparare a percorrere da solo, pregando Dio di aiutarlo a non perdersi prima di arrivare alla fine. Se tutti fossimo capaci di comprendere all'inizio della nostra vita questa cosa, che sembra così semplice, buona parte delle miserie e delle pene di questo mondo scomparirebbero. Però, e questo è un incomprensibile paradosso, ci viene concessa questa grazia solo quando è troppo tardi.
Ma niente può cambiare i nostri passi perduti.
Era forse una creatura di un mondo scomparso, la cui razza, sopravvissuta in montagne fredde e nascoste sotto la Luna, non si era ancora estinta, covando questi ultimi arcaici esemplari, creati per la malvagità.
La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida.
C'erano in lei l'eccitamento e la rapidità di ragionamento che negli uomini compaiono prima della battaglia, di una lotta, nei momenti pericolosi e decisivi della vita, i momenti in cui l'uomo dimostra una volta per sempre il proprio valore e che tutto il suo passato non è stato vano, ma una preparazione a questi momenti.
Abbi tanto rispetto di te da non prodigare l'amore di tutto il tuo cuore, e la tua anima e la tua forza a qualcuno che non gradirebbe il tuo dono e lo disprezzerebbe.
Se volete farvi un giudizio su una persona e conoscere tutta la sua anima, non fate attenzione a come tace, o a come parla, o a come piange, o persino a come si commuove per le idee più nobili, ma guardatela piuttosto quando ride. Se una persona ride bene, significa che è una brava persona. Cercate di cogliere, inoltre, tutte le sfumature: bisogna, ad esempio, che il riso di una persona non vi sembri in nessun caso stupido, per quanto essa sia allegra e semplice. Non appena noterete la più piccola traccia di stupidità nel suo riso, significa, senz'ombra di dubbio, che quella persona è di intelletto limitato, anche se non ha fatto altro che sciorinare idee. Se poi anche il suo riso non è stupido, ma la persona stessa, mettendosi a ridere, improvvisamente vi è parsa per qualche ragione ridicola, sia pure un pochino, sappiate che quella persona manca, per lo meno in parte, di dignità propria. Oppure, infine, se questo riso, benché comunicativo, tuttavia per qualche ragione vi appare alquanto volgare, sappiate che anche la natura di quella persona è alquanto volgare e che tutto ciò che di nobile e di elevato avete notato in lui in precedenza o è qualcosa di intenzionalmente finto, o è qualcosa di inconsciamente imitato, e che quella persona, infallibilmente, in seguito muterà in peggio, si occuperà di "cose utili" e rigetterà senza rimpianto le idee nobili, come errori e infatuazioni di gioventù.