Scritta da: Marianna Mansueto
in Frasi & Aforismi (Libri)
Non conosco nessuno che valga d'Artagnan!
dal libro "Il visconte di Bragelonne" di Alexandre Dumas
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Non conosco nessuno che valga d'Artagnan!
1. Eliminare i sensi di colpa.
2. Non fare dalla sofferenza un culto.
3. Vivere nel presente (o almeno nell'immediato futuro).
4. Fare sempre le cose di cui si ha più paura; il coraggio è una cosa che s'impara a gustare col tempo, come il caviale.
5. Fidarsi della gioia.
6. Se il malocchio ti fissa, guarda da un'altra parte.
7. Prepararsi ad avere ottantasette anni.
Più amici, più avvenire, più nulla! Le mie forze sono infrante, come il fascio della nostra passata amicizia. Oh! La vecchiaia arriva, fredda, inesorabile; avvolge nel suo velo funebre tutto ciò che riluceva, tutto quello che odorava al tempo della giovinezza; poi si carica sulle spalle il dolce fardello e lo porta con tutto il resto, in quell'abisso senza fondo che è la morte.
Ho letto di un ragazzo che con i suoi scritti, i suoi disegni, era volato lontano, tanto lontano e non poteva immaginare, non sapeva che si era illuso di poter essere una persona "diversa"... il male lo ha raggiunto, quel male che aveva evitato, odiato, rifiutato... ha vinto ancora una volta... il male non era "diverso"! Aveva lasciato un messaggio quel ragazzo: non ho messo da parte il mio sogno... io sono Amore!
Per come la vedeva lei, la vita era un fatto semplicissimo. Tu ti volevi divertire, loro te lo volevano impedire, e allora tu facevi del tuo meglio per infrangere le regole.
La leggenda dice che gli specchi riflettono l'anima della persona che vi si guarda. Non poteva fare altro che stringerlo fra le braccia, ed Elena lo fece.
"Ti amo", gli sussurrò.
Era l'unico conforto che poteva dargli. Era tutto quel che avevano. Le sue braccia si strinsero intorno a lei, il viso affondato nei capelli "sei tu lo specchio", le sussurrò di rimando. [...]
"io sono lo specchio?", disse a quel punto, sollevando lo sguardo verso di lui.
"Tu hai rubato la mia anima" disse.
Si interessava a quel ragazzo perché la faceva sentire nervosa? Non un granché come ragione, si disse. Anzi, una pessima ragione.
Ma c'erano anche quelle labbra. Quella labbra scolpite che le facevano tremare le ginocchia per qualcosa di completamente diverso dal nervosismo. E quei capelli neri come la notte... Si sentiva pizzicare le dita per il desiderio di accarezzare quella morbidezza. Quel corpo agile, muscoloso, le gambe lunghe... e quella voce. Era la sua voce che l'aveva convinta il giorno prima, rendendola assolutamente determinata ad averlo. [...] Chissà se anche quella voce poteva diventare nera come la notte, e che suono avrebbe avuto nel pronunciare il suo nome, nel sussurrarlo...
Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.
Ci sono peccati il cui fascino sta più nel ricordarli che nel compierli: strani trionfi che gratificano l'orgoglio più della passione e danno all'intelletto un intenso senso di gioia, maggiore della gioia che offrono, o possono offrire, ai sensi.
Accanto alla strada correvano i fili della luce e del telefono. Portavano energia e parole sopra la sua testa. C'erano case e persone come marionette nel loro teatrino che quei fili aiutavano a muoversi e illudersi di vivere.