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Gil-galad sugli Elfi soleva regnare: Tristi cantano ora i menestrelli I giorni ancor liberi e belli Del suo regno tra i Monti e il Mare.
La sua lancia era aguzza, la sua spada tagliente, E da lungi il suo elmo splendeva possente. Migliaia di stelle che in cielo raggiavano Nel suo scudo d'argento si rispecchiavano.
Ma mille anni fa egli cavalcò via, E nessuno oggi sa dov'egli adesso sia; E la sua stella cadde nelle tenebre profonde, A Mordor dove la cupa ombra si diffonde.
C'erano guai giù a sud, e apparentemente gli Uomini che avevano percorso il Verdecammino erano alla ricerca di terre ove potessero trovare un po' di pace. I Breatini erano gente simpatica e comprensiva, ma palesemente non molto disposta ad accogliere un gran numero di estranei nel loro piccolo paese. Uno dei viaggiatori, un tipo strabico e dall'aspetto malaticcio, prevedeva che un numero sempre crescente di persone sarebbero emigrate verso nord nell'immediato futuro. "E se non si farà loro un po' di posto, se lo faranno da sé. Hanno anche loro il diritto di vivere, come gli altri".
Fredda la mani e il cuore e le ossa. Freddo anche il sonno è nella fossa: Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra, Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra. Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno, Ed essi qui sull'oro ancora giaceranno, Finché l'oscuro signore non alzerà la mano Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.
"Il suolo ha bisogno della semente, cosi come il seme necessita del suolo. Uno ha senso solo se incontra l'altra. La medesima cosa avviene per gli esseri umani. Quando la conoscenza maschile si fonde con la trasformazione femminile, nasce la grande unione magica, che si chiama Sapienza." "La Sapienza è conoscere e trasformare."
Esile più di un salice! Più limpida dell'acqua! Più brillante di un lume! O giunco chinato sul lago! O dolce Figlia del Fiume! Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate! Tu delle fronde le risa, e brezza sulle cascate!
Addio a voi, mio atrio e mio caro braciere, Il vento può soffiare e la pioggia cadere Ma prima della rugiada, che l'alba fresca bagna, Noi marcerem pei boschi e sull'alta montagna.
A Gran Burrone, ove sono gli Elfi intenti all'opre, In radure che un fine velo di nebbia ricopre, Arriverem attraverso lande deserte e brughiere, E da lì poi dove andrem, nessuno può sapere.
Davanti a noi i nemici e dietro lo spavento, Il nostro letto sarà sotto il cielo e nel vento, Fino al gioro in cui con la stanchezza in volto, Il viaggio sarà finito, e il compito svolto.
Dobbiamo andare! Dobbiamo andare! Prima che l'alba incominci a spuntare!
O voi che entrate nel paese oscuro, Non disperate! Benché d'aspetto a volte cupo e duro, Ogni bosco finisce, Ed il sole apparisce: Il sole dell'alba, il sole del vespro, Il giorno che nasce e che muore grandioso, Poiché il bosco svanisce a ovest o a est...