La mia vita era piena di segni. Ogni giorno. Su quelle note ho deciso che sarei andato a prendermi quel pezzo di vita interrotta.
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La mia vita era piena di segni. Ogni giorno. Su quelle note ho deciso che sarei andato a prendermi quel pezzo di vita interrotta.
Sembra quel tipo di donna che magari va al mercato a comprare cose che costano poco e, grazie alla sua fantasia e alla capacità di abbinare cose, si veste in modo originale. Quelle donne non hanno bisogno di spendere tanto per vestirsi bene, è un loro talento, comprano quattro stracci, li mettono insieme e diventano femminili e sexy. Sono quelle donne che profumano di mela.
Lei per me è stata una casa con il tetto di vetro: posso osservare il cielo sentendomi al sicuro.
Non è un uomo e come tutti i non uomini, finge di non vedere.
Ero eccitato, come un neonato quando cerca di afferrare le farfalline che girano sopra il suo lettino.
Silvia per me è come la corda del funambolo: quando sono felice ci danzo con un ombrellino colorato, e quando sono triste mi ci aggrappo.
Siamo stati buttati fuori da noi stessi e non possiamo prendercela con nessuno, se non con noi stessi.
I giorni passavano e io, uscivo lentamente dalla storia con Micaela. Strisciando. Come quando il bancomat sembra non voglia ridarti la carta e la fa uscire a fatica. Io ero così.
Michela era ovunque, nelle briciole di pane schiacciate a tavola dopo cena, dentro il secondo silenzioso, dopo una risata, nel giro lento della ruota della bicicletta quando la portavo in spalle su per le scale, Michela era un pensiero erotico mentre bevevo il caffè.
Mi piacciono quelle stagioni in cui quando passeggi cerchi il sole, in cui se c'è un lato della strada all'ombra e l'altro con il sole attraversi la strada per sentirlo. Molto meglio di quando passeggi d'estate e attraversi la strada per evitarlo.