Il livello d'intensità fluttua a seconda dei tempi e dei luoghi, ma è una verità incontestabile che la religione non si accontenta - e sul lungo periodo non può farlo - delle proprie straordinarie pretese e delle proprie sublimi certezze. Essa deve cercare di interferire con la vita dei non credenti, degli eretici o degli adepti delle altre fedi. Può parlare di beatitudine nell'altro mondo, ma vuole il potere in questo. E non c'è da aspettarsi altro. In fin dei conti è uh prodotto esclusivamente umano. E non avendo fiducia in ciò che essa stessa predica non può consentire alla coesistenza delle altre fedi.
Il fine della Chiesa, depositaria unica e suprema della rivelazione, resta in ogni caso quello di riassumere e risolvere la politica nella religione. Ma il fine dello Stato, di qualunque Stato degno del nome, è precisamente le stesso, rovesciato: risolvere la religione nella politica, Dio nell'uomo. Ogni Stato è anche Chiesa; l'autorità politica è necessariamente autorità morale; la storia politica si configura logicamente come "storia sacra". I suoi fini politici sono anche morali e religiosi: comprendono e riassorbono in sé tutta la possibile morale e religione.
L'alma che sol da Dio facta gentile, ché già d'altrui non po' venir tal gratia, simile al suo factor stato ritiene: però di perdonar mai non è sacia a chi col core et col sembiante umile dopo quantunque offese a mercè vène.
Io sempre ho affermato e affermerò che esiste la stirpe degli dèi celesti, ma non credo che si occupi di ciò che fa la stirpe umana; infatti se se ne occupasse, ai buoni andrebbe bene, ai cattivi male, mentre ora non è affatto così.
Lo spirito religioso si adatta ad ogni nuova scoperta, dopo averla demonizzata di anatema. Rettifica, riscrive, reinterpreta. [...] La logica clericale macina ogni contraddizione e annulla la rimozione di ieri, ormai inservibile, con nuove e più sofisticate rimozioni.
Se dunque esiste una verità che la storia ha reso indubbia, questa è proprio l'estensione sempre minore della porzione di vita sociale che la religione ricopre. In origine essa si estendeva su tutto; tutto ciò che era sociale era religioso; i due termini erano sinonimi. In seguito, a poco a poco, le funzioni politiche, economiche, scientifiche si sono rese indipendenti dalla funzione religiosa, costituendosi a parte e assumendo un carattere temporale sempre più accentuato. Dio - per così dire - che in principio era presente a tutte le relazioni umane, si ritira progressivamente da esse; abbandona il mondo agli uomini e alle loro controversie.
La nostra concezione di Dio deriva dall'antico dispotismo orientale, ed è una concezione indegna di uomini liberi. Non ha rispetto di sé stesso chi si disprezza e si definisce miserabile peccatore [...] Non bisogna rimpiangere il passato o soffocare la libera intelligenza con idee che uomini ignoranti ci hanno propinato per secoli. Occorre sperare nell'avvenire e non voltarsi a guardare a cose ormai morte che, confidiamo, non rivivranno più in un mondo creato dalla nostra intelligenza.
Il modo migliore per scacciare il Diavolo, se non vuol cedere ai testi della Scrittura, è di deriderlo e insultarlo, poiché egli non può sopportare la beffa.