Scritta da: *marta*
Le radici che ti tengono in piedi a volte sono troppo sottili e cedono al peso morto di un cuore in frantumi.
Composta sabato 18 giugno 2011
Le radici che ti tengono in piedi a volte sono troppo sottili e cedono al peso morto di un cuore in frantumi.
Siamo tutti porticcioli di mare. Gente che passa veloce, qualcuno si trattiene più a lungo ma nessuno resta per sempre.
Certe persone sono fatte per viversi e poi dimenticarsi.
Vengono chiuse in uno spazio minimo di cervello, non intaccano il cuore. Sono importanti, ma non al punto da modificarsi.
Altre, portate dal destino, si cambiano a vicenda senza mai incontrarsi. Senza sfiorarsi.
Destino. Non c'è modo di opporsi.
Gli incontri che facciamo, al pari di quelli che non avvengono, sono già decisi. Segnano a fondo la nostra vita, anche se spesso ne siamo inconsapevoli, restiamo all'oscuro di tutto finché non arriva il momento in cui la vita ci porge il conto, finché non arriva un segnale inconfutabile.
Forse è vero che in ognuno di noi c'è una parte di bene, per quanto minima possa essere, ma è altrettanto vero che in tutti c'è una traccia di male che prima o poi si manifesta.
Ci sono battaglie per cui non vale la pena lottare fino a morirne, ma siamo in grado di riconoscerle solo quando è troppo tardi.
Si arriva a dipendere dalle persone che ci fanno soffrire molto più che da quelle che ci rendono felici.
Le persone contano. L'amore conta. Ma dev'essere ricambiato.
Credo che quando ti guardi allo specchio, devi riconoscerti.
A volte ti guardi indietro e ti chiedi se ne sia valsa la pena. Tutte le persone che hai incontrato, quelle a cui ti sei dato senza riserve e che poi ti hanno spezzato il cuore. Tutte le volte che avresti voluto mollare e non l'hai fatto. Ti dicono che se qualcosa ti ha reso felice anche per un solo istante è bene che sia avvenuta, ma è una menzogna. Devi guardare quanto male ti ha fatto dopo per capire se era una cosa giusta o sbagliata. Un attimo di paradiso non vale una vita d'inferno.