Scritta da: Carolina Cortiello
L'urlo più forte che arriva all'orecchio del tuo cuore è quello taciuto.
Composta sabato 2 gennaio 2016
L'urlo più forte che arriva all'orecchio del tuo cuore è quello taciuto.
Ognuno è il fantasma di qualcuno. Ed è l'assenza che si fa presenza, certe volte, nella realtà immaginaria e parallela di una diversa scelta; di un ciò che poteva essere e non è stato. Si fa spazio lì, tra le pieghe della coscienza, sottovoce, sussurrando, di notte.
Amo l'autunno, con la sua pioggia di foglie accartocciate. Il vento è amico, ancora tiepido, e aiuta a lasciar andare le cose superflue. Ecco, bisognerebbe fermarsi e capire, cosa vogliamo essere nella vita dell'altro? Chiediamocelo.
Chiediamoci se vogliamo essere foglia rinsecchita, seppur colorata, che vola via per sempre, o linfa vitale, radice che sostiene tutta la vita l'albero, facendolo fiorire nelle promesse della primavera sognata in inverno.
Con l'espressione "avere un cuor di ciliegia" intendo che se vuoi, puoi donare la parte tenera agli altri, rimanendone privo per un po' forse, mentre il nòcciolo duro dentro di te, ti serve per sopravvivere e rifiorire. In seguito, poter donare ancora.
Rimettiamo indietro l'orologio, tutto sembra tornato al primo gennaio. Ma non siamo più gli stessi, abbiamo qualche cicatrice in più sul volto, un sorriso che assomiglia più ad un taglio, e l'esperienza da indossare come un vestito nuovo su vecchie e nuove ferite.
Ognuno è dentro il proprio dolore, la sua storia, i suoi giorni di pioggia e di sole. Ognuno si passa le dita sulle proprie ferite, ricordando quanto sia stato faticoso rimettersi in piedi sanguinando. Ognuno ha i propri fantasmi, i propri sogni infranti, i propri desideri inespressi. Questa consapevolezza può portarci alla comprensione che la vita degli altri, per giudicarla, bisognerebbe viverla e non guardarla soltanto.
Ci sfioriamo con il pensiero, mentre contiamo gli anelli delle grate di un quotidiano che separa ma non unisce.
Avere voglia di tornare a scrivere lunghe lettere, sentire il rumore delle emozioni scivolare sulla carta, nuda come l'anima che si spoglia senza timore di sembrare ridicola.
Avere voglia di lunghissime telefonate notturne, protetti dalla complicità di una sorridente luna.
Avere voglia di raccontarsi, avere voglia di ascoltare, di leggere, di capire che qualcuno mi somiglia un po' nella mia solitudine.
Il silenzio, a volte, è un abbraccio in cui rifugiarsi quando si è circondati da assordanti colpi di parole e gesti vuoti, da tumulti ed affondi che la vita ti scaglia addosso. Nel silenzio mi ritrovo, mi raccolgo, non mi perdo. In quelle braccia mute io respiro la mia essenza.
Essenza della vita, è in essa che ci formiamo e ci prepariamo al mondo. Il suo abbraccio non ci lascia mai, basterebbe guardare i neonati rannicchiarsi appena entrano in contatto con l'acqua. Emozione che fluida scorre nella nostra anima, ci accompagna sempre. Si adagiano i paesi e le nazioni sulle sue onde salate come le lacrime di una mamma. La vita. Negata troppo spesso ai suoi figli, sudare per un goccio d'acqua pura, per dissetare i figli di una terra galleggiante su oceani di speranze.