La nostra storia si divide in tre: un inizio, una parte centrale e una fine. E sebbene sia questo il naturale svolgimento di tutte le storie, non riesco ancora a credere che la nostra non continuerà in eterno. Penso a queste cose e, come al solito, mi torna in mente il periodo che abbiamo trascorso insieme. Mi ritrovo a rammentare com'è cominciata, perché quei ricordi sono tutto ciò che mi resta.
A volte la gente si chiede com'è possibile che i militari rischino la vita giorno dopo giorno combattendo per qualcosa in cui magari non credono neppure.... ma alla fine dei conti noi facciamo quello che facciamo l'uno per l'altro. Per amicizia. Non per patriottismo, né perché siamo macchine programmate per uccidere, ma per il compagno che ti sta accanto. Combatti per il tuo amico, per salvargli la vita, e lui combatte per te.
Le persone più tristi sono quelle che non credono in niente. Passione e soddisfazione vanno di pari passo, e senza di esse la felicità è solo momentanea, perché non c'è nulla che possa farla durare nel tempo.
Mio padre dice che, quando ti sembra che la vita sia dura, devi guardarti intorno, così ti rendi conto che tutti lottano per qualcosa e devono affrontare le tue stesse difficoltà.
Quando lei posò la testa sulla mia spalla, mi pentii di essermi arruolato. Rimpiansi di essere dislocato oltreoceano, e di non avere scelto un'altra strada nella vita, che mi avrebbe permesso di far parte del suo mondo.
E quando le nostre labbra si incontrarono, fui certo che avrei potuto vivere cent'anni e visitare tutti i paesi del mondo, ma che niente avrebbe eguagliato l'intensità di quell'istante.
Non volevo più innamorarmi di nessuno, - affermò infine - Non ero pronta. Ci sono passata una volta, e poi è stato terribile. So che adesso è diverso, a tu partirai tra pochi giorni e tutto questo finirà e... sarà di nuovo tremendo.