Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
Una donna che accavalla i pensieri, col cervello in minigonna. Esiste qualcosa di più di sensuale?
Composta domenica 20 aprile 2014
Una donna che accavalla i pensieri, col cervello in minigonna. Esiste qualcosa di più di sensuale?
Non era con lei fisicamente ma, ogni volta che lui si intrufolava nei suoi pensieri, lei volava.
Non voglio mimose, né fiori, non voglio festeggiare questo giorno così come la società ce lo fa festeggiare... non è questo il senso! Voglio che sia un giorno come gli altri, un giorno dove vengo rispettata come essere umano, dove vengo riconosciuta per le mie qualità, dove posso gioire del fatto di essere donna e di tutto ciò che l'esserlo comporta!
Lo sai come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico? Credo che sia una cosa che ha a vedere con l'aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama.
L'unica persona che mi abbia davvero insegnato qualcosa, un vecchio che si chiamava Darrell, diceva sempre che ci sono tre tipi di uomini: quelli che vivono davanti al mare, quelli che si spingono dentro il mare, e quelli che dal mare riescono a tornare, vivi. E diceva: vedrai la sorpresa quando scoprirai quali sono i più felici.
Un amico è un dono prezioso, quello vero intendo, quello che ti capisce quando stai in silenzio, quello che anche se non si fa sentire ogni giorno sai che c'è, quello che ti tiene per mano quando piangi e asciuga le tue lacrime col suo sorriso, quello a cui non devi dire grazie perché quello che fa, lo fa col cuore, quello che ti fa notare gli errori ma non ti giudica, quello che in fondo sa cosa vuol dire avere un vero amico.
E poi, esistono persone così distanti nello spazio ma così vicine al cuore.
Sarà che io do un certo valore all'amicizia, sarà che non sopporto la cattiveria del falso, sarà che preferisco restare da sola piuttosto che in compagnia dell'ipocrisia, sarà che la parola amico ha un significato consistente per me, ma non sopporto quelli che con ipocrisia fingono di volerti bene, accarezzandoti con la mano destra mentre con la sinistra ti stanno pugnalando. Non sopporto quelli che alla fine di un'amicizia "sparlano" sperando di colpirti nell'animo e quello che sopporto ancora meno, è lo stupore di cui si vestono quando decidi di andartene, pur sapendo che era inevitabile dopo tanto sangue. E magari hanno anche il coraggio di chiamarti "amico mio".
Amico mio si dice con troppa facilità, si dice spesso dopo un abbraccio, dopo qualche caffè bevuto insieme, dopo un attimo che credi sia stato di lealtà. Poi passa il tempo e quell'abbraccio si fa sempre più freddo, il caffè lascia un sapore amaro. Sì, amico è una parola impegnativa, è un patto che si firma con l'anima, un impegno d'affetto sincero, un vissuto che dura più "di un attimo".
Quando ero con lui mi sentivo completa. Non ero alla ricerca di nulla, né mi sentivo vuota o inquieta come mi succede di solito; mi sentivo bene, come se fossi finalmente io. Mi sono ritrovata a raccontargli delle cose che non avevo mai detto a nessuno.