Scritta da: Eleonora La Pazza
in Frasi & Aforismi (Società)
Siamo tutti clandestini. Clandestini del cuore. Tutte le persone che hanno un altrove e qualcosa di estraneo a loro stessi, in questo senso tutti noi lo siamo.
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Siamo tutti clandestini. Clandestini del cuore. Tutte le persone che hanno un altrove e qualcosa di estraneo a loro stessi, in questo senso tutti noi lo siamo.
Dio benedica gli uomini, quelli che sanno quel che vogliono, quelli che non si fermano al tuo "no", quelli sfacciati che ti rubano un bacio attaccandoti al muro. Dio benedica gli uomini che corteggiano le donne con pazienza, eleganza e virilità. Quelli che usano la simpatia al ristorante e la dolcezza per strada. Dio benedica gli uomini tatuati, la barba e le camicie arrotolate sulle braccia. Dio benedica gli uomini che scelgono le donne. Quelle vere. Semplicemente.
All'orizzonte di quell'oceano ci sarebbe stata sempre un'altra isola, per ripararsi durante un tifone, o per riposare e amare.
Quell'orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare.
La vita è un gioco. L'unica cosa che conta è se sei una pedina o un giocatore.
Se immagini il volo è già volare!
Adoro le fotografie perché restano così come sono, anche se le cose cambiano.
Essere felici non significa che tutto è perfetto. Vuol dire che hai deciso di guardare oltre le imperfezioni.
Scegliete chi resta con voi fino alla fine della giornata. Scegliete chi vi accetta nonostante i malumori e le mille risposte sbagliate, chi riesce a far apparire i vostri difetti come qualcosa di meraviglioso. Scegliete chi non vi giudicherebbe mai, ma è disposto a darvi sempre una mano. Tenetevi strette quelle persone che pur di vedervi sorridere si farebbero in quattro.
A ogni male ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio.
Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore. L'odore dell'affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti. Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità.