Scritta da: Francesca Alleva
E ti promettono mari e monti, stelle e occhi di ciclone. Poi non sono nemmeno in grado di alzarsi alle sette del mattino, per te.
Composta lunedì 1 luglio 2013
E ti promettono mari e monti, stelle e occhi di ciclone. Poi non sono nemmeno in grado di alzarsi alle sette del mattino, per te.
Rimane un sentimento, per alcune persone, è strano, giuro. Ma rimane questo sentimento di complicità, affetto, tenerezza... che tu dici sposati, emigra, sparisci per dei mesi, ritorniamo, ritorna, non ci vogliamo, ci vogliamo bene, forse, non ci manchiamo se non in quei lancinanti, pochi, istanti che ci colgono ma tra le tue braccia io so, che di chiunque saremo, un posto lo avrò.
Mi han detto "scrivi solo cose tristi, dovresti provare a comunicare allegria". Come posso spiegare che scrivere mi aiuta a parlare con me, a rendere più chiari anche a me determinati sentimenti e a non impazzire? Io, incapace di difendermi da me stessa, mi parlo a inchiostro.
Non possiamo fare l'amore, devo finire il capitolo.
In amore, due solitudini unite sono più forti di qualsiasi coppia che si sente "una cosa sola".
C'è chi le chiama "emozioni". Io preferisco chiamarle "schiaffi". Certo, belle, piene, sincere e indimenticabili. Ma pur sempre schiaffi. Agli occhi, nello stomaco, all'anima.
Un uomo può vivere senza un Dio. Ma un popolo senza un Dio non può iniziare a vivere.
È strano comunque. Siamo così invasi da pensieri, idee, rimorsi, "e se", sogni, buoni propositi, ossessioni e tristezza, prima di dormire, che quasi ci dimentichiamo che per chiudere tutto questo basterebbe cominciare con lo spegnere la luce e respirare il buio.
Di alcune donne non ci si fida quando dicono "sto scendendo, ancora cinque minuti". Di me non ci si può fidare quando dico "leggo solo un capitolo ancora, poi spengo la luce."
Sono stanca che le urla vengano associate alla pazzia e non più all'esasperazione e al bisogno di essere ascoltati.