Un viaggio infinito che si tramuta in sogno che sconvolge tutto quello che incontra che lascia sulla pelle il segno del cuore e di ogni sussulto, di ogni volta che ti è mancato il respiro di ogni volta che hai provato a trattenere una lacrima e ti ha sconvolto, quel viaggio si chiama amore.
I passi che ci dividono dal futuro sono casuali, ancorati alle nostre tradizioni, domande, aspettative in minima parte alle speranze. Quello che spaventa di più è veramente iniziare a camminare in direzione del futuro o rimanere ancorati al passato camminando.
Chi ama se stesso, riesce, in maniera naturale, ad amare l'altro senza limiti dovuti alle proprie lacune.
L'invisibile senso di gratitudine, unito al senso di colpa per le proprie mancanze, alimentato da narcisismo patologico e dall'incapacità di comunicazione, generano silenzi imbarazzanti.
Si è soli quando ci si sente in qualche modo superiori ai pari, inferiori agli altri, di netto più intelligente di chi soffre il distacco.
Per quanto un lutto offra dolore, insegna, suo malgrado, che ogni momento è un vissuto indelebile a cui non offriamo le giuste attenzioni, ma viene sottostimato, affiorando successivamente come pegno per la mancanza.
Amare implica, tra l'altro, la necessità di integrazione, la speranza di un giusto riconoscimento sentimentale, un grado di convinzione che il proprio narcisismo si deve scontrare ed amalgamare positivamente.
Quanto si è pronti al cambiamento, tanto si è pronti all'ammissione che ristrutturare le proprie convinzioni sia un dolore insormontabile, ma strettamente necessario.
Le catene più lunghe sono quelle che legano le abitudini alla quotidianità, le aspettative alle persone, la realtà al desiderato. Scioglierle si discosta dalla personalità dell'individuo ma ne confermano le mancanze.
I sogni illuminano la strada dei desideri, cogline ogni dettaglio e ricordalo ogni volta che lo sconforto ti assale.