Strano: il desiderio di certi piaceri è parte del mio dolore.
dal libro "Il profeta. Sabbia e schiuma" di Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran)
Strano: il desiderio di certi piaceri è parte del mio dolore.
La passione ha un che di magico altro da quel quotidiano che indossiamo e ci sentiamo addosso e che non possiamo smettere di indossare e che fa parte di noi... gli attimi rubati a questo quotidiano diventano ogni giorno più insufficienti a colmare il bisogno della passione pura, a volte non ci sono del tutto e dentro si sente il vuoto, la delusione, la paura di ciò che non si vive, la rabbia per l'incapacità sia a razionalizzare, sia a buttarsi, la tristezza per quel senso di impotenza che sa di sconfitta... e si ripercorrono gli istanti vissuti riassaporandoli e al tempo stesso gustandone il sapore amaro dell'insufficienza, son stati brevissimi... pensi ai prossimi attimi che arriveranno come un tornado a risucchiarti nella passione e te ne freghi che l'effetto del viverli ti rifrantumerà dentro... e rimani sospesa in balia di una guerra tra cuore e mente, il cuore che vuole e la mente che tiene a freno quel qualcosa che c'è ma non c'è che vuole e non ha.... non ha il coraggio di prendere....
Il Desiderio non lo si può controllare quando c'è. È qualcosa che parte dal profondo del tuo corpo e non lo puoi fermare... Puoi solo appagarlo ed ascoltarlo perché se lo blocchi ti logora dentro e non riesci ad uscirne.
Il mio desiderio per te è talmente forte che sarei disposta a rischiare, non riuscirei a negarlo anche se lo volessi. È qualcosa di talmente grande da non riuscire ad evitarlo... quindi rispetterò comunque e sempre il tuo volere e i tuoi tempi.
La voglia del suo corpo è diventata voglia della sua anima.
L'eloquenza fisica non era mai stata tanto immediata come nel momento in cui si toccarono. La compatibilità fisica è soprattutto questione di pelle. Se il contatto tra una pelle e l'altra non è immediatamente piacevole, niente altro può avere importanza. Ma se lo è, poi può venire tutto il resto.
Durante una campagna per la prevenzione degli abbandoni di cani e gatti per le vacanze estive, uno slogan recitava: "rispetta gli animali come rispetteresti un essere umano".
Io rispetto più un animale di un essere umano, proprio perché il suo atteggiamento non è frutto di interesse e compromessi.
Se non vuoi delusioni tieni a giusta distanza le illusioni.
Abbandonare un amico è come abbandonare un cane: rivoltante.
Le assenze presenti mi procurano meno dolore rispetto alle presenze assenti, con le quali non riesco più a convivere.
Tienimi la mano... ti sto chiedendo aiuto!