Scritta da: fiocchidineve
in Frasi & Aforismi (Autunno)
Settembre ricorda un po' un bambino. Gioca e si diverte con i colori, ingenuamente pasticcia il cielo, un attimo prima sorride e un attimo dopo piange.
Composta sabato 1 settembre 2018
Settembre ricorda un po' un bambino. Gioca e si diverte con i colori, ingenuamente pasticcia il cielo, un attimo prima sorride e un attimo dopo piange.
Questa mattina ho trovato l'autunno tra i miei quaderni d'infanzia. Qualche foglia è rimasta lì, tra quelle pagine strapiene di "pensierini". E già lo amavo. Scrivevo tra le righe larghe, del "vento che le portava giù, poi le faceva rivolare su". Mi sembra ancora di sentire il profumo delle prime caldarroste e del muschio bagnato. Era Autunno. Primavera del cuore.
C'è una luce diversa nell'autunno. C'è una velleità di tregua, un bisogno di lasciare le folle ed avvolgersi nei colori dei boschi e nelle case. È una quiete apparente. È un sussurro ambrato. È un cappotto sgualcito. È un momento delicato. È... l'autunno.
A volte ci sentiamo soli, in quel momento ricordiamoci sempre degli alberi, del vento, delle sue foglie, dei canti degli uccellini e di quel piccolo fiore fuori in giardino che resiste anche al freddo. Tutto può essere sentito e percepito con il cuore e questo ci fa una profonda compagnia.
Non tutti abbiamo l'onore di avere un amico davvero speciale nella nostra vita, finché non si convive con un cane.
Ma quanto è bella la serenità. Più della macchina costosa, più della casa lussuosa, più dell'abito firmato. Perché ciò che si sente in pace niente lo può comprare.
Esprimi un desiderio ma lascialo volare via col vento, lo raccoglierà un angelo, o forse una fata, e lo stringerà al cuore, con quel battito magico vedrai si avvererà.
Solo in montagna puoi ammirare il cielo terso con le aquile, i falchi e le poiane, puoi sentire il canto dei ruscelli e il loro disgelo, puoi respirare un soffio di vento che si incanala nelle vallate e tra i crepacci. Magari troverai un fiore raro, così coraggioso e determinato. Lo stambecco sui dirupi e le piccole stalle dei vecchi pastori. I masi, le baite, nel silenzio assoluto dove echeggia ogni tanto un sibilìo, un verso, un canto. Son belli i mari, belle le campagne ma la montagna non stanca mai.
Possiedo il titolo più prestigioso che avessi mai potuto desiderare. Non me l'ha dato nessuna università, non mi chiamano né dottoressa, né professoressa. Mi chiamano mamma ed è il titolo migliore che possa avere, perché così mi chiamano i miei figli. È un titolo che m'inorgoglisce, mi responsabilizza e che mi riempie d'amore ogni giorno.
Cercheremo ovunque un profumo, un colore, un sapore. Lo cercheremo nei nostri viaggi, nei nostri ritorni, nell'estate e nel Natale. Cercheremo inconsapevolmente, con inconsapevole nostalgia quel calore, quelle braccia, quell'attenzione che solo lei poteva dare. Già, solo lei. Mamma.