"... E mi ritrovo ancora qui, a parlare al cielo. Ha le braccia grandi e il sorriso che sa di scintille. È vestito di tutto punto, è vestito di stelle. Fa paura questo gigante che mi accarezza la testa, che mi guarda vivere e non dice niente. E vorrei contarle le sue stelle, per conoscerlo meglio, per scoprirlo amico. Ma le stelle quante sono?
Ma le regole della prospettiva non sono valide in amore. Puoi andare lontano mille miglia, mesi, anni, ma basterà girarti un attimo, abbassare per un solo secondo le difese e lasciarti vincere dal ricordo, per ritrovarlo li, bello come sempre, con i suoi occhi appiccicati ai tuoi, con la sua mano che cerca di trattenerti, con il suo pizzetto e la sua barba di qualche giorno che ti irrita la pelle, con la sua bocca che viaggia per il tuo corpo, viaggia, si, perché l'amore conosce vari mezzi di trasporto...
Ce ne stiamo in silenzio sotto quel cielo che ci guarda e chissà che pensa di noi. Ci sono sere in cui si vede a malapena una stella ma, se t'innamori, ne vedi tantissime, è come quando sei ubriaco e vedi doppio... stasera se ne vedono a grappoli. "Carlo, ma le stelle quante sono?" Mi prende il dito e lo punta verso il cielo. "Una, due, tre, quattro"... Quando trovi l'amore puoi fare tutto, puoi anche contare le stelle. E quel cielo non è poi tanto distante e tanto nemico... Sono 351.
Carolina me lo ripete all'infinito: "tu non voli perché hai paura di precipitare"! Non me la sento di volare, sono nata senza paracadute. "Ma così non volerai mai!" e mi spiega che nella vita è meglio brutti ricordi che rimpianti. Io penso che sono meglio i rimpianti, perché su quelli ci puoi lavorare, perché puoi immaginarti il finale che più ti fa comodo, mentre i brutti ricordi il loro finale ce l'hanno già. Meglio una storia irrisolta, che puoi stringerla tra le mani e cambiarle forma, come al pongo.
Perché, a volte, ti serve un passo falso per capire come si cammina e dopo prendi il via... Ti serve un inciampo, poi metti un piede dietro l'altro e non cadi, no, stavolta no, hai trovato equilibrio. Ed è una gran conquista.
Carolina è fatta così: ascolta gli ordini del suo cuore e obbedisce! Io no, io do retta a tutta me stessa. E ogni volta che devo decidere qualcosa c'è una riunione di condominio: cuore, testa, corpo e anima... si vedono e si consultano.
Ci vuole pazienza. Prima o poi passa il vento e si va. Si va nel verso giusto, che poi, forse, è proprio quello sbagliato, chissà... Sì, prima o poi passa il vento, arriva un soffio e ti regala un po' di movimento. Per me è arrivato all'uscita di una di quelle mattinate tutte uguali. Ho scontrato una magia. E da quel giorno è cambiato tutto. Perché, a volte, ti serve un passo falso per capire come si cammina e dopo prendi il via... Ti serve un inciampo, poi metti un piede dietro all'altro e non cadi, no, stavolta no, hai trovato equilibrio. Ed è una gran conquista.
Io non mi voglio più piegare, ho voglia di rivoluzione. Mi metterò ad impastare questo mondo. [...] Andrà tutto a meraviglia. E io non passerò più le notti a guardare questo soffitto. Quante volte mi ha tenuto compagnia... Quanti sogni ci ho appiccicato... Stanno lì, appesi, aspettando che qualcuno li raccolga. E io non so quali sono i tempi della maturazione. Le olive si raccolgono a novembre, l'uva a settembre. E i miei sogni? Non lo so... Forse ho seminato male, forse non c'è stato abbastanza sole, però è tanto che aspetto e non cresce niente. L'albero dei Sogni non vuole dare frutti...