Scritta da: Antonio Cuomo
Il valore delle grandi emozioni, non è sempre merito di grandi azioni.
Composta lunedì 21 ottobre 2013
Il valore delle grandi emozioni, non è sempre merito di grandi azioni.
Sai cosa succede quando cerchi di indossare un pensiero o uno stile di vita che non ti appartiene? Succede che fra un minuto, un'ora o un giorno ti lasci sotterrare dalle tue stesse parole, o meglio contraddizioni! Quindi, scegli di essere te stesso anche a costo di non piacere, ma non indossare mai i panni di un altro! Prediligeresti l'apparire all'essere, la menzogna alla verità!
A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte lo so di sicuro.
La paura e il buio hanno la stessa luce.
Un'insegnante chiese agli scolari della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri. Ma sapeva che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni o tavole imbandite.Commenta
L'insegnante fu colta di sorpresa dal disegno consegnato da Tino: una semplice mano disegnata in maniera infantile.
Ma la mano di chi?
La classe rimase affascinata dall'immagine astratta. "Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare" disse un bambino. "Un contadino" disse un altro, "perché alleva i polli e le patatine fritte".
Mentre gli altri erano al lavoro, l'insegnante si chinò sul banco di Tino e domandò di chi fosse la mano. "È la tua mano, maestra" mormorò il bambino.
Si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all'uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto.
Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?
Ciò che la gente spesso dimentica, è che vedere è diverso da sapere.
Aspettare il domani sperando che arrivi qualcosa di meglio è solo una sciocca illusione che ci raccontiamo per non essere capaci di vivere il presente: il meglio non sempre deve ancora arrivare alle volte è già arrivato e non lo vediamo.
Siamo, forse, troppo immersi in un mondo che usa il "bene" come un paravento per coprire biechi interessi, tanto da non riuscire nemmeno più a concepire un piccolo gesto fatto con un cuore colmo di ideali.
Da oggi cambiano le regole, il mio modo di fare, di rispettare, di amare, di agire, da oggi cambia tutto, sai perché?
Perché sono stanca!
Le cose complicate vengono scartate come in un processo di selezione naturale, così come le persone. Si tende a scegliere quelle semplice, pacate, che non creano problemi, che non hanno crisi esistenziali né crolli emotivi, le si sceglie convinti di poter viaggiare poi in un fiume di tranquillità.
Per questo delle persone difficili ci si dimentica, le si accantona, si tende ad evitarle così da non sentirsi troppo pressati dalla loro presenza.
Ed io ho saltato questa fase della selezione naturale. Come per un difetto genetico, come se ricoperta da una coltre di ghiaccio tanto spessa da non permettermi di guardare oltre o di riprendere calore, io cado in errore.
Cerco l'errore, la difficoltà, la strada in salita, il sasso nella scarpa, gli occhi gonfi ed il cuore impazzito. Mi emoziono quando non devo, piango mentre tutti sorridono, sorrido tra i fiumi di lacrime. Io mi nutro degli scarti di chi seleziona per un'evoluzione perfetta della specie. Cerco negli angoli, nel buoi dei disastri. Cerco i fallimenti, gli sconfitti, i ritirati.
Cerco chi mi somiglia. Cerco il mio errore perfetto.