Scritta da: Marco SALSTyle
L'età della ribellione, non finisce mai.
Composta martedì 26 febbraio 2013
L'età della ribellione, non finisce mai.
Spesso dovremmo piangere vicino ad un fiume, un oceano, un mare, almeno le nostre lacrime possono risultar poche, o piangere insieme al cielo che piove o sotto un diluvio nasconderemo almeno per un po' il nostro dolore.
E un rumore il cervello spacca, chi non combatte schiatta ed una voce urla: "Scappa, scappa!". Ma io non voglio, dalle paure mi spoglio perché un giorno se avrò un figlio mi guardi con orgoglio. Credimi rido in faccia ai demoni, ma canto sotto il fuoco del nemico.
È meglio che la inventi la risposta quando non c'è l'hai, perché son sempre pronti a giudicarti, a screditarti. A parlar di te e dei tuoi tanti sbagli.
È inutile che piangi adesso quando lei non c'è più. Certe cose vanno dette e fatte, quando l'altra persone è in vita, e ci può ascoltare. C'è sempre tempo per rimediare agli errori e chiedere scusa ma abbiamo anche un limite di tempo, dopo questo limite, è troppo tardi: iniziano i rimorsi, poi.
Non possediamo nulla, ma in estate, ci basta un tamburello, una orchestra, che l'atmosfera cambia, mille persone, in festa, via i pensieri, con la pizzica dimentichiamo tutto la magia della vita inizia qui chi non la sente non può capire.
Se piove non nasconderti, esci e guarda il cielo, il tuo pianto si mescola con la pioggia, adesso nessuno può giudicarti.
Parole su parole odio su odio sfortuna su sfortuna. Dio ci sei?
Non importa se ci conosciamo o no. Nel momento del bisogno siamo tutti uguali.
Siamo così sicuri di noi stessi che commettiamo gli stessi errori siamo cosi "presi dal futuro che dimentichiamo gli errori del passato. Siamo cosi" perfetti che meritiamo l'inferno.