Scritta da: Marianna Mansueto
in Frasi & Aforismi (Libri)
Ecco il legame di cui avevo bisogno. La prova, per quanto remota, che nello stesso mondo in cui vivevo, lui esisteva.
dal libro "New moon" di Stephenie Meyer
Ecco il legame di cui avevo bisogno. La prova, per quanto remota, che nello stesso mondo in cui vivevo, lui esisteva.
Per un attimo mi sentii un bambino, un bambino che aveva trascorso tutta la sua vita nella stessa cittadina. Un bambino e nient'altro. Perché sapevo che avrei dovuto vivere molto di più, soffrire molto di più, per capire il tormento lancinante che traspariva dagli occhi di Edward.
È sempre così: sono quelli che ami di più che ti danno i dolori più grandi.
Niente è mai irrilevante, ma spesso non ci rendiamo bene conto delle conseguenze dei nostri atti.
Il mio inconscio aveva conservato per quel momento un'immagine di Edward precisa in ogni dettaglio. Osservavo il suo volto perfetto come fosse davvero lì; la tonalità esatta del colorito glaciale, la forma delle labbra, il profilo della guancia, la luce dorata che brillava negli occhi infuriati. Era infuriato, ovviamente, perché avevo deciso di rinunciare. Serrava le mascelle e sbuffava di rabbia.
Poi però me lo ritrovavo nel cuore, in un gesto distratto che tanto piaceva a lui, nei capelli lasciati sciolti per essere accarezzati meglio, nel vestito del primo appuntamento, nelle scarpe della fuga, nei capelli color carbone di un ragazzo visto per strada.Commenta
Il potere è stare in piedi all'angolo di una strada senza aspettare nessuno.
I suoi modi erano quelli di chi domina il suo destino.
Guardo la finestra dell'aula di mia figlia e provo una sconfinata, improvvisa tenerezza. Dietro quella finestra c'è lei, con le sue cosine nuove che odorano di nuovo, in mezzo a compagni e compagne inconsapevoli, a lottare. Magari nemmeno se ne accorge ma sta lottando con tutte le sue forze, per rimanere se stessa, per rimanere bambina, per salvarsi. E deve farlo da sola. Oh, penso, se qualcosa le desse l'ispirazione di guardare fuori dalla finestra: un uccellino che si posa sul davanzale, un rumore improvviso, o anche solo il mio muto richiamo di animale a testa in su, il grido del sangue che sento pulsare violentemente, ora, nel petto, in gola, nelle tempie, come quando si sta per svenire: "Dài, stellina, smetti di stare attenta, distraiti, alzati, vai alla finestra, guarda fuori, guarda giù...".
Dirai a tua madre che il cuore di Aristarchos ha battuto per lei con ardore immutato, fino all'ultimo momento.