Scritta da: Marianna Mansueto
Torno nella mia stanza e mi stendo sotto le coperte, cercando di non pensare a Gale e non pensando a nient'altro.
dal libro "Hunger games" di Suzanne Collins
Torno nella mia stanza e mi stendo sotto le coperte, cercando di non pensare a Gale e non pensando a nient'altro.
Il rancore che provo nei suoi confronti per causa di quella ragazza fantasma, per tutto quanto, è così reale e istantaneo da soffocarmi. Gale è mio. Io sono sua, Qualsiasi altra cosa è impensabile.
Ma, se devo essere sincera, non è che io sia troppo brava a perdonare.
Il suo corpo mi è familiare, il modo in cui si muove, il profumo di fumo di legna che emana, nei momenti di quiete dalla caccia ho imparato persino a conoscere il battito del suo cuore, ma questa è la prima volta che lo sento davvero, snello e muscoloso, contro il mio.
Io sono sicuro che non hanno notato niente all'infuori di te. Dovresti indossare fiamme più spesso.
L'innamorato è un individuo i cui discorsi annoiano tutti, fuorché l'amato.
Avete freddo, perché siete sola: nessun contatto accende il fuoco che è in voi. Siete malata, perché i migliore di tutti i sentimenti, i più nobile, i più dolce che sia concesso agli uomini, vi rimane lontano. Siete sciocca, perché, per quanto ne soffriate, non gli fate cenno di avvicinarsi, né muovete un passo per andargli incontro.
Ma tu pensi a qualcun atro, lo sai bene; e sai che lui non pensa a te.
Non pensavo che avrei tremato così, vedendolo, che avrei perso la facoltà di parlare o di muovermi in sua presenza.
E il signor Rochester era sempre brutto ai miei occhi? No; la gratitudine, e molti sentimenti analoghi, tutti piacevoli e caldi, facevano del suo viso l'oggetto che più amavo vedere; la sua presenza, in una stanza, illuminava più del fuoco più ardente.